Google rinvia il lancio del supercellulare in Cina
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Google rinvia il lancio del supercellulare in Cina

Google rinvia il lancio del supercellulare in Cina

Pechino. Mountain View fa slittare a data indefinita l'uscita dell'Android Nexus One
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Luca Vinciguerra
SHANGHAI. Dal nostro corrispondente
Google alza la posta nella sua partita a poker con il governo cinese.
Ieri, la società americana ha annunciato il rinvio a tempo indeterminato del lancio sul mercato cinese di due telefonini sviluppati con il sistema operativo Android. La presentazione ufficiale dei due nuovi cellulari prodotti da Samsung Electronics e da Motorola era prevista proprio per oggi. Ed era particolarmente attesa dal grande pubblico di appassionati, curioso più che mai di conoscere il nuovo Android Nexus One messo a punto dal gruppo californiano insieme a Unicom per il mercato cinese.
La decisione di Google sarebbe stata forzata dall'atteggiamento intransigente del ministero dell'Industria e Informazione tecnologica, che avrebbe messo il portale Usa con le spalle al muro: giacché avete deciso di andarvene dalla Cina, avrebbe intimato Pechino a Mountain View, non ha più alcun senso lanciare sul mercato un telefonino funzionante con il motore di ricerca di Google. Secondo altri è accaduto il contrario. Google starebbe provando a stringere nell'angolo il governo cinese minacciandolo, oltre che di spegnere il proprio motore di ricerca, anche di cancellare l'impegno per sviluppare Android in Cina. La ritirata di Google, spiegano gli analisti, ritarderebbe notevolmente l'arrivo sul mercato domestico di quella che oggi è ritenuta la piattaforma di telefonia mobile a maggior tasso di crescita. E c'è una terza ipotesi. Sulla scorta di quanto accaduto nei giorni scorsi, Google avrebbe già deciso di procedere alla grande ritirata dalla Cina, e quindi l'annullamento del progetto Android sarebbe un passo conseguente.
Ma intanto la contesa tra Pechino e Mountain View si fa sempre più accesa. Per la prima volta da quando, una settimana fa, è scoppiata la querelle con il portale americano, Pechino risponde esplicitamente alle minacce di Google di abbandonare il paese se non saranno rimossi i filtri imposti dalla censura al traffico internet. «La Cina incoraggia lo sviluppo di internet, ma le società straniere che operano nel nostro paese devono rispettare le leggi cinesi, i costumi e le tradizioni cinesi, e devono assumersi le responsabilità delle loro azioni. E Google non fa certo eccezione», ha avvertito un portavoce del ministero degli Esteri.
La presa di posizione ufficiale di Pechino sgombra il campo da un'opzione che, forse, Mountain View riteneva esplorabile in un'eventuale negoziato con il governo. Ribadire che la legislazione cinese su internet non prevede varianti soggettive, infatti, significa solo una cosa: sulla censura Pechino non è disposto a fare alcuna concessione. Né a Google, né a chicchessia.
Il controllo dell'informazione è un architrave del sistema di sicurezza allestito dal Partito Comunista per prevenire i disordini sociali, garantire la stabilità politica del paese, e assicurare la sua stessa sopravvivenza. Arretrare anche solo di mezzo passo di fronte a Google sarebbe una prova di debolezza per la granitica nomenklatura pechinese. E costituirebbe anche un pericoloso precedente. Sarebbe come mettere in discussione i dogmi del sistema politico cinese: l'egemonia del partito unico, la democrazia con caratteristiche cinesi, la società armoniosa.
Google, dicono gli osservatori, dovrebbe partire da questo presupposto nel valutare le sue prossime mosse. Intanto, però, Mountain View sembra intenzionata a restare sulla linea dura adottata dopo aver scoperto che il suo website cinese è stato ripetutamente attaccato da pirati informatici che hanno preso di mira dissidenti e attivisti per i diritti umani. E anche giornalisti stranieri: secondo quanto rivelato ieri dal China Foreign Correspondent Club, i misteriosi hacker sono entrati anche nelle caselle di posta elettronica Gmail di alcuni corrispondenti esteri a Pechino.
ganawar@gmail.com
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Il primo con il logo
Il super cellulare (nella foto) che Google dovrebbe lanciare in Cina utilizza il software Android già sperimentato dalla casa di Mountain View
Si chiama Android Nexus One ed è prodotto da Samsung Electronics e da Motorola
Il lancio dello smartphone (realizzato dalla Htc di Taiwan) è avvenuto il 5 gennaio negli Usa. Dovrebbe arrivare in Europa in primavera

20/01/2010
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