GAS TURKMENO, LEGAMI PIU' STRETTI
Pechino, 23 nov.- È iniziato martedì il viaggio di tre giorni del presidente turkmeno in Cina, nel corso della quale il leader centroasiatico Kurbanguly Berdymukhamedov visiterà Pechino, Shenzhen e la Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.
La collaborazione energetica rappresenta il tema chiave del viaggio di Stato: a Pechino il presidente Berdymukhamedov dovrebbe siglare un nuovo accordo per aumentare le forniture di gas turkmeno alla Cina attraverso la pipeline costruita da China National Petroleum Corporation, che ha ottenuto le licenze per l'estrazione dal giacimento di Amu Darya.
Secondo i media cinesi, 17 miliardi di metri cubici di gas centroasiatico dovrebbero essere trasportati dall'Asia Centrale alla Cina entro il 2012. Inoltre, sempre l'anno prossimo, anche Hong Kong dovrebbe ottenere accesso al gas naturale turkmeno: CNPC sta preparando un gasdotto sottomarino lungo 29.3 chilometri che collegherà l'ex colonia britannica –restituita nel 1997 a Pechino, a condizione di ampie autonomie economiche e amministrative- al territorio cinese.
Il Turkmenistan, secondo i dati della dogana cinese nel 2009 ha trasportato verso la Cina 2.9 miliardi di metri cubi di gas, e pianifica di fornirne 17 miliardi nel 2011 e 20 miliardi nel 2012. La nazione centroasiatica ha già stretto accordi anche con Russia e Iran, e pianifica di vendere le sue risorse energetiche anche ad Afghanistan, Pakistan, India ed Europa; un progetto ambizioso che ha suscitato lo scetticismo di molti analisti sull'effettiva capacità di mantenere tutti gli impegni.
Secondo le statistiche di BP, le riserve di gas naturale stimate in Turkmenistan nel 2009 sono pari a 8100 miliardi di metri cubi, una capacità che rende la nazione del Caspio il quarto paese al mondo dopo Russia, Iran e Qatar. Il mese scorso Gaffney, Cline & Associates ha classificato il giacimento turkmeno di Iolotan Sud come il secondo più ricco al mondo dopo quelli iraniani, con riserve stimate tra i 13100 e i 21200 miliardi di metri cubi. Secondo la società britannica, i giacimenti di Minara e Yashlar –precedentemente ritenuti due entità separate- sono in realtà parte della stessa struttura, che potrebbe arrivare a contenere un massimo di riserve combinate pari a 26200 miliardi di metri cubi.
Il Turkmenistan rifornisce Pechino attraverso la nuova pipeline dopo l'esplosione di un gasdotto risalente all'era sovietica, che aveva paralizzato le forniture russe. Pechino e Mosca, inoltre, sono impegnate da anni in una complessa trattativa sul prezzo del gas russo, ulteriormente rimandata l'estate scorsa dopo l'ultimo fallimento dei negoziati.
Il Turkmenistan, quindi, è il primo concorrente della Russia sul mercato cinese, e Mosca recentemente non ha risparmiato gli attacchi ad Ashgabat, accusando i turkmeni di esagerare la portata delle loro riserve. "Penso che non ci sia alcun fondamento nelle affermazioni turkmene- ha detto la scorsa settimana il vice direttore generale di Gazprom Alexander Medvedev in un'intervista televisiva- dato che gli studi condotti in epoca sovietica avevano dimostrato la presenza di riserve molto inferiori a quelle sbandierate dal governo di Ashgabat".
Il ministero degli Esteri turkmeno ha diramato un duro comunicato di risposta ai russi proprio alla vigilia della visita di Stato in Cina: "Le affermazioni di Gazprom sono prive di tatto, siamo stupiti da queste dichiarazioni, che dovrebbero essere basate sulla professionalità. Il Turkmenistan continuerà a collaborare sul fronte energetico con tutte le parti interessate, basandosi sul rispetto reciproco e sulla diversificazione delle tratte per fornire le sue risorse ai mercati globali".
di Antonio Talia
©Riproduzione riservata