Roma, 22 giu. – La qualità dei prodotti manufatturieri cinesi è da sempre discussa ma questa volta ad andarci di mezzo sono le statuette commemorative di Mao Zedong. I turisti che si recano a Shaoshan, provincia dello Hunan, città natale del leader, lamentano la scarsa qualità dei souvenir: molti sono sproporzionati oppure realizzati con materiali scadenti. Per mantenere bassi i prezzi, numerosi centri manifatturieri utilizzano zinco, plastica o cemento, spacciandoli per bronzo e oro. Molti cinesi sono ancora legati al Grande Timoniere, la cui figura, dopo i disastri della Rivoluzione Culturale, sta vivendo una riabilitazione a partire dall'inizio di questo secolo. Dopo che i reclami sulle statuette da parte dei turisti si sono moltiplicati, l'ingegnere capo dell'Ufficio per la supervisione qualitativa e tecnica della provincia dello Hunan, Jiang Tao, ha emanato nuove normative locali e nuovi standard tecnici da rispettare nella produzione dei souvenir raffiguranti Mao, che entreranno in vigore dal primo luglio. I centri manifatturieri dovranno osservare specifiche norme riguardanti la forma, la qualità dei materiali, lo spessore e la durezza, la resistenza nel tempo delle statuette per ovviare ai problemi di sproporzione, di uso di materiale scadente e di perdita del colore. Coloro che non rispetteranno i criteri tecnici, vedranno confiscati e distrutti i propri prodotti. Anche Mao Xinyu, nipote del leader cinese, è favorevole all'introduzione delle norme. Shaoshan, meta di pellegrinaggio del cosiddetto "turismo rosso", ospita ogni anno numerosi turisti cinesi e stranieri. Secondo le statistiche dell'ufficio del turismo di Shaoshan, nel 2009 il settore turistico ha avuto introiti per oltre 15 milioni di euro, di cui il 70% dalla vendita delle statuette. Oltre trent'anni dopo la sua morte, il culto di Mao è ancora forte e statuette e "santini" che lo ritraggono sono veri e propri portafortuna da custodire gelosamente.
di Donatella D'Alessandro