Pechino, 10 mar.- I primi effetti della 'cura dimagrante' a cui Pechino sta sottoponendo il credito iniziano a farsi sentire: secondo il periodico ufficiale China Securities Journal i nuovi prestiti erogati dalle banche cinesi nel mese di febbraio si sono attestati a quota 700 miliardi di yuan (circa 70 miliardi di euro), quasi la metà dei 1390 miliardi registrati nel mese di gennaio. L'anno scorso la Cina aveva aggredito la crisi grazie a un pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (più di 400 miliardi di euro); le banche, inoltre, su impulso del governo, avevano inondato il mercato con l'apertura di nuove linee di credito per 9590 miliardi di yuan, una cifra record che aveva destato timori in merito a un incremento dell'inflazione o dei crediti in sofferenza. Negli ultimi mesi tutte le autorità bancarie, dalla Banca centrale alla China Banking Regulatory Commission, hanno varato numerose misure per contenere la corsa al credito facile e controllare contemporaneamente che i prestiti già erogati non vengano investiti in maniera inappropriata, ad esempio nel settore immobiliare o nello stock market: tra gennaio e febbraio la People's Bank of China ha aumentato per ben due volte dello 0.5% il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche, e la scorsa settimana il premier Wen Jiabao ha confermato che l'obiettivo per il 2010 è fissato a quota 7500 miliardi, ben 2mila miliardi in meno rispetto al risultato dell'anno precedente. Anche se per i dati ufficiali bisognerà aspettare il 15 marzo, il China Securities Journal pubblica anche le cifre erogate dai principali istituti di credito, i cosiddetti "quattro grandi": secondo il quotidiano finanziario, a guidare la classifica del mese di febbraio c'è Agricultural Bank of China con 82 miliardi di yuan, seguita a breve distanza da Industrial and Commercial Bank of China (78 miliardi) e China Construction Bank (76 miliardi); chiude la fila Bank of China, che il mese scorso avrebbe aperto nuovi prestiti per 58 miliardi di yuan. I mercati internazionali guardano con estrema attenzione a quanto sta avvenendo nel settore bancario cinese, e il presidente della China Banking Regulatory Commission Liu Mingkang ha ribadito ieri l'impegno a controllare la situazione, assicurando che "ogni singolo centesimo prestato dalle istituzioni finanziarie cinesi quest'anno verrà impiegato nell'economia reale". In un'intervista concessa all'agenzia di Stato Xinhua, Liu ha identificato sei rischi principali con i quali le banche dovranno confrontarsi nel corso del 2010, incluso l'utilizzo illegale di prestiti personali per investimenti nello stock market e l'impiego nel settore del real estate. "Il settore immobiliare è uno dei pilastri dell'industria cinese e la commissione continuerà a sostenere la sua crescita- ha detto il presidente di CBRC- ma si tratta anche di un'industria ad alto rischio, quindi adotteremo un approccio più cauto a questo tipo di finanziamenti". Nel 2009 i prezzi degli immobili nelle 70 principali città cinesi hanno registrato un continuo aumento; una tendenza proseguita anche in gennaio, quando si è registrato un +9.5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.