di Sonia Montrella
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Roma, 11 set. - E' stato espulso dal Partito Comunista cinese con l'accusa di corruzione Li Chongxi, alleato dell'ex zar degli apparati di Sicurezza, Zhou Yongkang. Li era già stato destituito da capo di un organo consultivo della legislatura della provincia del Sichuan e ora l'espulsione dal Pcc spalanca le porte del tribunale.
Attraverso i suoi parenti, Li avrebbe abusato del suo potere per trarre benefici personali e accettato "mazzette in grossa quantità" si legge nella nota stringata emessa dall'organo che vigila sulla corruzione. Si tratta - continua il comunicato - di "gravi violazioni disciplinari. E Li è sospettato di aver commesso un crimine". Il suo dossier è ora in mano alle autorità giudiziarie.
Quella di Li è solo l'ultima di una serie di teste cadute nella campagna anti-corruzione lanciata dal presidente Xi Jinping non appena salito al potere, con lo scopo di "catturare le tigri e le mosche" che minacciano l'unità del partito.
Tra i nomi più altisonanti quello di Zhou Yongkang, uno degli uomini più potenti della Cina, da luglio ufficialmente sotto inchiesta per il sospetto di "gravi violazioni disciplinari", formula dietro la quale si cela tradizionalmente l'accusa di corruzione. Zhou Yongakang, 71 anni, ex numero nove nella gerarchia del Partito Comunista cinese, è stato fino al novembre 2012 un membro del Comitato Permanente del Politburo, il vertice del potere cinese.
Già dallo scorso mese di dicembre erano trapelate indiscrezioni sulla sorte di Zhou Yongkang, che alcune fonti vicine alle élite del partito davano agli arresti domiciliari. Nel 2012, Zhou sarebbe stato oggetto di una campagna di emarginazione all'interno del partito, che non ha però portato all'epurazione dai vertici del potere. Molti suoi alleati politici sono finiti, dallo scorso anno, sotto indagine per corruzione: tra questi anche Jiang Jiemin, ex presidente del colosso petrolifero China National Petroleum Corporation e in seguito presidnete della SASAC, la Commissione di Vigilanza sugli Asset delle Imprese di Stato. Oltre a lui, anche molti suoi alleati nella provincia meridionale del Sichuan, dove Zhou aveva la sua base di potere, sono finiti in carcere o sono in attesa di processo per reati di corruzione. Sotto indagine anche il suo ex segretario personale, Ji Wenlin, in seguito diventato alto funzionario della provincia di Hainan, e l'ex vice ministro della Pubblica Sicurezza, Li Dongsheng, destituito nel dicembre scorso.
Quella nei confronti di Zhou Yongkang è l'inchiesta giudiziaria di maggiore profilo negli ultimi decenni in Cina e segna una svolta nella lotta alla corruzione iniziata da Xi Jinping alla fine del 2012, poco dopo essersi insediato a segretario generale del Partito Comunista Cinese: chi fa o ha fatto parte del Comitato Permanente del Politburo viene generalmente considerato intoccabile da procedimenti giudiziari nei propri confronti.
11 settembre 2014
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