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Dopo aver scavalcato la Francia e la Gran Bretagna nel 2005 e poi la Germania nel 2007, il sorpasso su Tokyo nel 2010 era stato ampiamente previsto ed è frutto di due componenti. Alla corsa della Cina, che negli ultimi 30 anni è cresciuta in media del 9,5%, il Giappone non ha opposto una grande resistenza, anzi.
Nei primi sei mesi del 2010 il Pil di Pechino è aumentato dell'11,1% e, secondo Yi, l'anno dovrebbe chiudersi con uno sviluppo complessivo del 9 per cento. Dal Giappone, al contrario, continuano ad arrivare segnali di debolezza. Proprio ieri sono stati diffusi i dati sulla disoccupazione, che a giugno è salita ai massimi da sette mesi (5,3%), e sulla produzione industriale, diminuita dell'1,5% rispetto a maggio. Sempre a giugno, le esportazioni hanno messo a segno l'incremento più modesto dell'anno. Ciliegina sulla torta: i prezzi al consumo si sono ridotti dell'1% su base annua. Tutti indicatori che puntano verso un ulteriore rallentamento della congiuntura. Dopo il rimbalzo del 5% nel primo trimestre, il Pil ha già perso slancio nel secondo, arrestando la crescita all'1,9 per cento.
Dati deludenti, che hanno spinto il primo ministro Naoto Kan ad assicurare che gli obiettivi primari del governo per il 2011 saranno crescita e occupazione, attorno ai quali sarà costruita la prossima manovra economica. Il problema è che vuol farlo senza rinunciare a tagliare il debito pubblico.
Con il Giappone e i suoi dilemmi alle spalle, la Cina vede davanti a sé solo gli Stati Uniti e secondo Goldman Sachs e altri analisti il sorpasso arriverà intorno al 2025. Anche in questo caso, la rimonta è agevolata dal passo da fondista che il Pil americano ormai oppone al sostenuto ritmo cinese. La scorsa settimana, l'Agenzia internazionale per l'energia ha affermato che la Cina ha già superato gli Stati Uniti come principale consumatore mondiale.
Anche Pechino però è sul punto di dover rallentare. Lo stesso Yi riconosce che man mano che la base economica del paese si espande, la sua crescita non potrà che decelerare. A frenarla ci saranno anche limiti naturali, come le risorse disponibili di acqua, aria, energia. Sempre secondo Yi, il Pil cinese è cresciuto del 10% l'anno negli ultimi dieci e potrebbe crescere del 7-8% fino al 2020, per poi attestarsi su una media del 5-6% nei successivi dieci anni. Questo farebbe comunque della Cina, sottolinea Yi, l'unico paese nella storia a sperimentare 50 anni di crescita sostenuta. Intanto, con 6.600 dollari l'anno, il reddito procapite dei cinesi resta una frazione di quello dei cittadini americani, giapponesi ed europei.
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NUMERI ASIATICI
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La Cina va veloce
Il Pil cinese è cresciuto in media del 9,5% negli ultimi 30 anni. Dal 2000, il passo ha accelerato al 10% l'anno. Tra il 2010 e il 2020, l'economia dovrebbe espandersi del 7-8% l'anno, per passare al 5-6% fino al 2030. Se le stime saranno confermate, la Cina metterà in fila 50 anni di crescita sostenuta
-1,5%
Il Giappone arranca
Tokyo, invece, continua a inviare segnali negativi: la produzione industriale a giugno è diminuita dell'1,5% rispetto a maggio e la disoccupazione è salita al 5,3%, mentre la crescita rallenta
31/07/2010
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