Pechino, 28 giu.- "Senza democrazia non c'è socialismo, senza libertà non c'è una reale democrazia". Con queste parole, pronunciate a Londra nel corso della sua visita nel Regno Unito, il premier cinese Wen Jiabao è tornato a parlare di riforme politiche e di aperture in grado di riflettere i reali bisogni del popolo cinese. La Cina è scossa da corruzione, disuguaglianza sociale e altri mali il cui unico antidoto è rappresentato dalle riforme di apertura, ha dichiarato Wen alla Royal Society. "Il modo migliore per risolvere questi problemi è costruire una società democratica regolamentata dalle leggi" ha aggiunto il premier senza fare alcun riferimento esplicito al giro di vite sulle voci contrarie al partito e sui dissidenti ordinato dal governo in seguito al tentativo di alcuni gruppi pro-democrazia di ripetere a Pechino e a Shanghai le "Rivoluzioni dei gelsomini" (questo dossier e questo articolo).
Ma nelle parole del premier, nulla di nuovo anzi, secondo alcuni osservatori, questo tipo di dichiarazioni rilasciate da Wen rappresentano ormai un appuntamento fisso: "Credo che i cinesi siano convinti, come lo sono io, che la Cina debba proseguire sulla sua strada lastricata di progressi. E queste stesse persone provano ormai un irresistibile desiderio di democrazia e libertà" aveva detto Wen lo scorso autunno nel corso del programma della CNN "Fareed Zakaria GPS". Un concetto che aveva già espresso, più o meno negli stessi termini, ad agosto in occasione del suo intervento nella città di Shenzhen. Sempre alla CNN lo scorso ottobre Wen aveva dichiarato di "essere pronto a lottare contro il vento e la tempesta per le riforme politiche". Discorsi questi, puntualmente censurati in patria.
Oggi come allora le dichiarazioni di Wen spaccano l'opinione pubblica attirando fischi o applausi: da una parte ci sono i sostenitori che guardano il premier come un profeta apprezzandone l'agenda liberalista, dall'altra gli scettici che considerano le proposte di Wen come un atto di vanità in vista della scadenza del suo mandato prevista per il prossimo anno e come un tentativo per accaparrarsi il consenso della comunità internazionale indignata dagli episodi di violazione dei diritti umani. Uno scontro dialettico che in Cina avviene naturalmente sulla rete. "E diventato una stella della televisione. Le sue parole possono anche provenire dal cuore, ma non hanno senso. Il suo discorso si intitola "Il sentiero del futuro della Cina" ma di quanto tempo si sta parlando? Centinaia di anni? Il Paese è piegato dalle tensioni sociali e i cittadini hanno bisogno di sicurezza adesso" ha dichiarato alla stampa il giurista Cheng Yonmiao. "Penso che debba essere applaudito. La scena politica cinese è molto delicata ora come ora, molti vogliono indirizzare la Cina su strade diverse e credo che Wen sia l'unico ad aver individuato quella giusta" ha affermato Qiu Feng, giurista pechinese. "Il premier sa che dovrà lasciare il Congresso e si sta servendo della retorica per indirizzare coloro che saliranno a governare la Cina" ha poi aggiunto Qiu.
DOPO LONDRA WEN VOLA A BERLINO
Accantonati i diritti umani e la democrazia, molto più apprezzato è stato l'altro aspetto – quello economico-commerciale – del soggiorno del premier nel Regno Unito, seconda tappa dopo l'Ungheria della visita in Europa. Pechino e Londra hanno, infatti, siglato accordi economico-commerciali per un valore totale di 4,2 miliardi di dollari. Cina e Regno Unito si sono dette pronte a siglare un'intesa per l'ampliamento delle esportazioni britanniche in Cina di pollame e suini. Poi, in un'intervista alla BBC, Wen ha ribadito che la Cina sosterrà l'Eurozona, continuando a investire in titoli di Stato europei.
E dopo la Gran Bretagna è la volta della Germania dove il premier è arrivato lunedì sera per prendere parte ai colloqui bilaterali con il cancelliere tedesco Angela Merkel che hanno visto la partecipazione anche di 20 ministri di entrambi i Paesi. Per la Merkel si sta aprendo una nuova fase nelle relazioni tra Cina e Germania, già in passato positive, in grado di promuovere un ulteriore rafforzamento della cooperazione tra i due Paesi a tutti i livelli, politico, economico e sociale. Lo testimonia l'agenda diplomatica sino-tedesca del 2011: sin dall'inizio dell'anno sono stati frequenti i colloqui di partenariato strategico tra Cina e Germania, con la visita del vice premier Li Keqiang a inizio anno e quella del Ministro degli Affari Esteri tedesco, Guido Westerwelle in Cina ad aprile.
Entrambi i Paesi hanno interesse a promuovere i rapporti bilaterali, in quanto legati l'uno all'altro da una serie di vantaggi, soprattutto economici. La Cina ha recentemente sorpassato gli Stati Uniti nel ruolo di maggiore partner commerciale della Germania. Quest'ultima traina i rapporti commerciali tra Cina ed Unione Europea, coprendo il 30% del valore degli scambi, che nel 2010 hanno raggiunto con la Germania i 142 miliardi di dollari (99 miliardi di euro). L'obiettivo posto da entrambi i leader dei due Paesi è di raddoppiare il valore dell'interscambio nei prossimi cinque anni. Intanto dall'inizio del 2011 sono stati approvati in Cina 167 investimenti tedeschi, mentre il valore degli investimenti cinesi in Germania ha raggiunto già i 50 milioni di dollari (35 milioni di euro) nel corso degli ultimi cinque mesi.
Secondo Gu Xuewu, direttore del Centro di Studi Globali all'Università di Bonn, Cina e Germania sono "i due vincitori della globalizzazione" e la comunanza dei loro interessi strategici a livello internazionale non farà altro che potenziare le relazioni bilaterali. "La Germania ha bisogno degli investimenti cinesi per aiutare l'Europa ad uscire dalla crisi del debito, mentre la Cina necessita della tecnologia tedesca per potenziare la propria industria di alta-tecnologia".
Nel corso dei colloqui con la Merkel, il premier cinese ha mostrato fiducia nella ripresa della crisi nell'eurozona e al tempo stesso ha illustrato al cancelliere tedesco i tentativi da parte del governo cinese di contenere l'inflazione (questo articolo), mantenere uno sviluppo economico stabile e garantire l'armonia sociale. Si stima che circa un quarto delle riserve estere detenute dalla Cina sia costituito da riserve in euro (questo articolo). Le economie di entrambi i Paesi sono complementari e con un grande potenziale per la cooperazione: se, da un lato, la Cina ha bisogno di acquisire il know-how tedesco in alcuni settori, la Germania, dall'altro, avrà così maggiore spazio e opportunità di sviluppo all'interno del mercato cinese.
Le relazioni di partenariato strategico tra Cina e Germania comprendono anche gli scambi culturali, in aumento negli ultimi anni. I due Paesi si apprestano a celebrare nel 2012 il quarantesimo anniversario dei rapporti diplomatici e sono previste numerose iniziative culturali per "l'anno della Cultura Cinese" in Germania.
di Sonia Montrella e Giovanna Di Vincenzo
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