Pechino, 4 lug.- Dopo la notizia di qualche giorno fa del calo del settore manifatturiero cinese, in discesa anche il terziario, ai minimi degli ultimi quattro mesi. Secondo i dati rilasciati dalla China Federation of Logistics and Purchasing, a giugno il Purchasing Manager Index delle industrie non manifatturiere - basato sui dati forniti da un campione di 20 imprese che operano nel settore immobiliare, dei trasporti, della distribuzione, della ristorazione e dei software - è sceso a 57 punti dai 61,9 del mese precedente.
In costante calo anche il Purchasing manager index del manifatturiero che, in discesa dell'1,1%, si è attestato vicino alla soglia dei 50. Il PMI è uno degli indicatori più precisi dello stato di salute dell'industria: si tratta di un indice basato su diversi fattori (tra cui nuovi ordini, produzione, consegne, ecc.) che denota una crescita del manifatturiero quando si attesta oltre i 50 punti e al di sotto di tale soglia segnala invece un mercato in contrazione. In Cina, la statistica ufficiale viene elaborata dalla China Federation of Logistics su un campione di 820 società appartenenti a 28 settori indifferenti, ma esiste anche un'indagine indipendente elaborata ogni mese da HSBC su un campione di 430 società. Sebbene entrambe le statistiche abbiano decretato che il manifatturiero è ancora in espansione, i dati emersi sono i peggiori degli ultimi 11 mesi: 50,1 punti secondo HSBC (questo articolo), 50,9 per l'organo ufficiale.
Mentre il manifatturiero e il terziario schiacciano il piede sul freno, le preoccupazioni sui rischi di un rallentamento si fanno più vive che mai. Secondo un comunicato emesso domenica dal Consiglio di Stato, il vice premier Wang Qishang avrebbe esortato le banche a incrementare i finanziamenti destinati alle piccole imprese con difficoltà di raccolta fondi. In particolare, il premier ha incoraggiato lo sviluppo degli istituti di microcredito finanziario a sostegno delle piccole società: "la sopravvivenza e la crescita delle piccole imprese sono direttamente collegate allo sviluppo economico e alla stabilità sociale" ha dichiarato. Poi Wang ha invitato il governo a mettere in atto i progetti di investimento in abitazioni a prezzi accessibili in modo da sostenere la domanda di acciaio e cemento. Secondo quanto dichiarato più volte dal premier Wen Jiabao, entro l'anno dovrebbero essere realizzati 10mila nuclei abitativi a prezzi popolari, che nei prossimi cinque anni arriveranno a 36 milioni.
"La situazione globale e nazionale è estremamente incerta e complicata" ha poi aggiunto nel comunicato il vice premier sottolineando come sia sempre più difficile per il governo raggiungere il giusto equilibrio tra lo sviluppo economico e la lotta all'inflazione, principale obiettivo di quest'anno del Dragone. Secondo la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme - il più importante organo di pianificazione economica del governo di Pechino - l'indice dei prezzo al consumo del mese di giugno continuerà a salire superando il 5.5% registrato a maggio, il livello più alto in quasi tre anni (questo articolo). Secondo il China Securities Journal – il più autorevole quotidiano economico cinese - alla fine del mese l'inflazione sarà cresciuta oltre il 6% anno su anno, previsione che aumenterebbe le probabilità di un ulteriore incremento dei tassi d'interesse da parte della Banca centrale di Pechino. Per tentare di tenere a freno la spirale inflattiva, dall'ottobre scorso ad oggi People's Bank of China ha incrementato i tassi d'interesse ben quattro volte, mentre i requisiti di riserva obbligatoria delle banche sono stati aumentati praticamente una volta al mese dall'inizio dell'anno.
di Sonia Montrella
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