DIECI BUONI MOTIVI PER RIFARE L'agenda
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DIECI BUONI MOTIVI PER RIFARE L'agenda

DIECI BUONI MOTIVI PER RIFARE L'agenda

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Nel 2020 un lavoratore su tre svolgerà un'attività creativa. Nel mondo ci saranno un miliardo di persone in più rispetto a oggi. Le donne saranno al centro del sistema sociale e ne gestiranno il potere. La Cina sarà il maggior acquirente di automobili. I chip diventeranno grandi come neuroni. Ogni ventenne avrà una quantità di tempo libero cinque volte superiore al tempo di lavoro. L'istruzione muterà in formazione permanente. Estetica ed etica diventeranno fattori competitivi. L'ingegneria genetica farà parte della vita quotidiana.
Tutto questo e molto altro accadrà, nel 2020. Indipendentemente da quello che nel frattempo avremo deciso di mettere, o non mettere, in agenda. Stabilire oggi una lista di priorità ci aiuterebbe, però, ad accogliere il futuro quando esploderà nella sua inquietante, ma prevedibile e governabile, complessità.
Da due anni il sociologo Domenico De Masi insegue, insieme al suo staff, questo esercizio: fissare, in dieci punti, i trend di sviluppo che seguiranno il pianeta e i suoi abitanti. È il suo contributo per tutti coloro – Onu, Unione Europea, Governi nazionali, grandi aziende – che dovranno riempire di priorità l'agenda dei prossimi dieci anni. Per farlo ha chiesto in prestito le visioni di manager, imprenditori e studenti di Cina e Brasile – i due paesi dove il futuro si avvicina più velocemente – chiedendo loro di puntare lo sguardo sul 2020 e raccontare quel che vedono. I risultati, suggestivi, sono riportati in queste pagine.
«L'idea – racconta De Masi – mi è venuta in Cina, a Pechino. Parlando con interlocutori diversi, mi sono reso conto che avevano una visione del futuro comune. E diversa dalla mia. La mia è pessimista, perché vivo in un paese che attraversa una fase di pessimismo. Loro mostravano più ottimismo». Seguendo questa intuizione, De Masi ha avviato la sua ricerca formando un focus group qualificato: docenti di economia e sociologia, imprenditori, manager cinesi hanno discusso del futuro del mondo nel 2020. «Qualche mese dopo mi trovavo in Brasile e decisi di replicare l'esperienza fatta a Pechino». Da allora la ricerca ha coinvolto circa 200 personalità altamente qualificate, 2mila tra manager e imprenditori, 800 studenti universitari.
Il risultato dell'indagine? In Cina e Brasile si diradano le nebbie del pessimismo ed è più facile scorgere il futuro. Poco importa se le previsioni siano più evocative che corrette, più misurate che visionarie. Quello che conta è alzare lo sguardo. «Nei paesi dove l'economia cresce si respira l'esuberanza dell'Italia degli anni 60 – perché, spiega il sociologo, –, l'ottimismo non ha nulla a che fare con la ricchezza». Al contrario, «si alimenta della speranza della ricchezza». Come dimostra anche la parabola italiana: oggi un italiano è, mediamente, dieci volte più ricco di un cinese. Ma a differenza di un cinese ha meno fiducia nel futuro.
Il pessimismo, si sa, disorienta. «Se leggo i trend a imprenditori italiani – racconta De Masi – dissemino tra loro il panico. Le domande iniziano sempre così: "In questa situazione catastrofica..."». Ma quando le stesse previsioni tornano «nei paesi esuberanti» e incontrano imprenditori di Rio, Caracas, Pechino, «la reazione più diffusa – continua De Masi – è all'insegna dell'ottimismo. La premessa è sempre la stessa: "Visto che il mondo sta andando così bene…"».
Nei prossimi dieci anni aumenterà la vita media. Aumenterà la popolazione del pianeta. Aumenterà la potenza delle tecnologie. Le risorse non aumenteranno in modo analogo e andranno ridistribuite. Così come i posti di lavoro. Come si potrà essere ottimisti? «Lo spartiacque – risponde De Masi – è rappresentato dalla cultura: le persone che hanno maggiori relazione umane e che sono più colte vivono meglio e sono ottimiste».
Fino a ieri il progresso era creare profitto. «Domani progresso sarà la capacità di assorbire il nuovo». Se questo è vero paesi, organizzazioni sovranazionali e imprese devono rifare l'agenda oggi: per diventare, domani, poli attrattivi per intellettuali, artigiani, designer e imprenditori capaci di interpretare il presente con nuovi paradigmi. Generando equilibri e ricchezze. Al servizio del bene comune.
antonio.larizza@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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. Longevità
Nel 2020 la popolazione mondiale sarà un miliardo più
di oggi. L'Aids e molti tipi di cancro saranno debellati;
la fecondazione artificiale e la clonazione umana saranno all'ordine del giorno; il biossido di carbonio dell'atmosfera sarà reso innocuo; i ciechi potranno vedere attraverso apparati artificiali. Si potrà vivere fino a 850.000 ore, rispetto alle attuali 700.000. Un cittadino su tre avrà più di 60 anni. Vivranno più a lungo le persone più scolarizzate e con relazioni sociali più intense. Ci saranno 50 milioni di malati di Alzheimer,
60 milioni di malati di febbre "dengue" e un miliardo
di obesi.La maggioranza delle persone diventa vecchia soltanto nell'ultimo anno della propria vita,
durante il quale le spese farmaceutiche sono pari
alla cifra impiegata per comprare medicine in tutti
gli anni della vita precedente.

2. Tecnologia
Nel 2020 gran parte delle automobili andranno a idrogeno e saranno teleguidate. La durata dei beni di consumo sarà il triplo di quella attuale. Per la legge di Moore, la potenza di un chip raddoppia ogni 18 mesi: dunque,
nel 2020 un chip sarà piccolo quasi quanto un neurone umano e la sua potenza supererà un miliardo di transistor.
Il XX secolo fu segnato dall'automazione; il XXI secolo sarà segnato dall'ingegneria genetica. Gli elaboratori saranno capaci di svolgere tutte le mansioni ripetitive, molte mansioni flessibili, alcune attività creative. Grazie all'informatica affettiva,
i robot saranno dotati di empatia.
Potremo portare in un taschino tutta
la musica, i film, i libri, l'arte e la cultura del mondo. Resterà il problema di
come trasferire questo patrimonio
dal taschino al cervello.

3. Economia
Nel 2020 il Pil pro-capite nel mondo sarà di 15mila dollari, contro gli attuali 8mila. L'Occidente avrà ridotto del 15% il proprio potere d'acquisto. La classe media rappresenterà il 50% della popolazione mondiale. Il Primo Mondo conserverà il primato nella produzione di idee ma riuscirà sempre meno a saccheggiare i Paesi poveri. I Paesi emergenti produrranno soprattutto beni materiali. Il Terzo Mondo fornirà materie prime e manodopera a basso costo. L'Africa resterà il continente più povero del mondo. L'Europa dei 27 resterà il più grande blocco economico, con la migliore qualità della vita. La Cina avrà un Pil uguale a quello degli Stati Uniti, avrà le maggiori riserve valutarie, sarà il maggiore acquirente di automobili e il principale produttore di reverse innovation. Avrà inoltre le maggiori banche del mondo e 15 megalopoli con più di 25 milioni di abitanti. Accanto ai Bric (Brasile, Russia, India, Cina), saranno emersi i Civets (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa). In tutti questi paesi, aumenteranno i consumi e l'inquinamento. Nella manutenzione domestica e nella produzione energetica avanzerà il "fai da te".

4. Lavoro
Nel 2020 i lavori manuali e quelli intellettuali ma esecutivi saranno assorbiti dalle macchine, trasferiti nei Paesi emergenti o affidati a immigrati. I creativi occuperanno la parte centrale del mercato (30%), più garantita e retribuita. Si esprimeranno senza orario né sede, attraverso un'attività che possiamo chiamare "ozio creativo" in cui lavoro, studio e gioco si confondono tra loro, si destrutturano nel tempo e nello spazio, si femminilizzano, si organizzano per obiettivi, dipendono dalla motivazione. Gli addetti ai lavori esecutivi (40%), lavoreranno con minori garanzie, per un massimo di 60mila ore in tutta la loro vita. Tutti gli altri (30%) avranno il diritto di consumare, non di produrre. Sarà sempre più necessario e complesso ridistribuire la ricchezza, il lavoro, il sapere e il potere.

5. Ubiquità e plasmabilità
Nel 2020 la rete avrà trasformato il mondo intero in un'unica agorà capace di rappresentare tutto l'amore e tutto l'odio del mondo. Potremo metterci in contatto ovunque e con chiunque, in qualsiasi punto del pianeta, senza muovere un passo. Tele-apprenderemo, tele-lavoreremo, tele-ameremo, ci tele-divertiremo. Correremo perciò il rischio di diventare obesi per mancanza di moto e troppo astratti per mancanza di contatti materiali con i nostri simili. L'obesità cronica riduce la vita di 10 anni. Grazie alla chirurgia plastica, l'estetica dei nostri corpi potrà
essere modificata a piacimento.
Grazie alla farmacologia, ciascuno
potrà inibire i propri sentimenti,
acuirli, simularli o combinarli.

6. Estetica
Nel 2020 i credenti si appelleranno soprattutto alla fede, i laici soprattutto all'estetica che, più di ogni altra disciplina, si incarica dell'umana felicità. Le tecnologie saranno più precise di quanto occorra a coloro che le useranno: già oggi gli orologi da polso spostano solo un milionesimo di secondo all'anno e sono 200 volte più precisi di quanto occorra ai normali utenti. Ne consegue che la qualità formale degli oggetti interesserà più della loro scontata perfezione tecnica. Perciò l'estetica diventerà
uno dei principali fattori competitivi e chi si dedicherà ad attività estetiche
sarà più gratificato di chi si dedicherà
ad attività pratiche.

7. Cultura
Nel 2020 l'omologazione globale prevarrà sull'identità locale. Si terrà sempre meno conto degli Stati-nazione e sempre più conto della biosfera. Tuttavia, ognuno tenderà a diversificarsi dagli altri per quanto riguarda i desideri, i gusti, i comportamenti individuali. Il Washington consensus (mercato + pluralismo + libertà) sarà insidiato dal Beijing consensus ("socialismo di mercato" + partito unico + autoritarismo). L'Africa sarà il continente con il maggior numero di monoteisti (640 milioni di cristiani e 700 milioni di islamici). L'istruzione sarà intesa come formazione permanente e occuperà almeno 100mila ore della vita. La maggiore produzione e trasmissione del sapere avverrà secondo il criterio di "molti per molti" (Wikipedia, Etsy, Facebook, sistema Abreu, eccetera).

8. Etica
Nel 2020 il mondo sarà più ricco ma resterà ineguale. Oggi una mucca da latte in Europa riceve un sussidio di 913 dollari mentre un abitante dell'Africa sub-sahariana riceve 8 dollari. Nonostante il fenomeno del mainstream, la visibilità delle disuguaglianze alimenterà movimenti e conflitti. D'altra parte il 70% dei lavoratori lavorerà nel settore terziario. Nella società dei servizi, l'affidabilità delle prestazioni e la loro qualità costituiranno il primo vantaggio competitivo; l'etica dei professionisti costituirà il loro requisito più apprezzato.
Come la società industriale è stata più onesta e trasparente di quella rurale, così la società postindustriale sarà più onesta e trasparente
di quella industriale. Dunque, se vorremo avere successo, ci toccherà essere galantuomini.

9. Androginia
Nel 2020 in tutto il mondo le donne vivranno almeno tre anni più degli uomini. Il 60% degli studenti universitari, dei laureati e dei possessori
di master saranno donne. Molte donne sposeranno un uomo più giovane di loro. Molte avranno un
figlio senza avere un marito, mentre agli uomini non sarà ancora possibile avere un figlio senza avere una moglie. Per tutto questo, le donne saranno al centro del sistema sociale e ne gestiranno il potere con la durezza che deriva dai torti subìti nei diecimila anni precedenti.
I valori fin qui coltivati prevalentemente dalle donne (estetica, soggettività, emotività, flessibilità) avranno colonizzato anche gli uomini. Entrambi condivideranno le attività di produzione e di cura. Negli stili di vita prevarrà l'androginìa.

10. Tempo libero
Nel 2020 ogni ventenne ha davanti a sé più di 600mila ore di vita. Per gli addetti a mansioni esecutive, il lavoro occuperà solo 60mila ore, cioè un decimo della vita adulta: 240mila ore saranno dedicate alla cura del corpo (sonno, care, eccettera) e 300mila al tempo libero. Dunque ogni ventenne destinato a lavori esecutivi, disporrà di un tempo libero cinque volte superiore al tempo di lavoro. Come occuparlo? Come evitare la noia, la violenza, la droga? Come crescere intellettualmente? Sfocerà in maggiore violenza o in maggiore pace sociale? E la violenza sarà virtuale o reale? Occorrerà dunque formarci al tempo libero, fin da oggi, più di quanto usiamo formarci al tempo di lavoro.

24/02/2011
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