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Kim Hye Suk è stata rinchiusa fin da bambina con i familiari. «Ho visto morire prima mia madre, poi i miei parenti. Una volta, ho assistito alla vendita, da parte della madre, di un ragazzo di 16 anni con mani e piedi amputati in cambio di 16 chili di grano. Ho perfino tentato il suicidio ma non mi è stato permesso». Kim Hye è fuggita nell'aprile del 2009 in Corea del Sud. In prigione si è sposata e ha avuto dei figli, che non potrà più vedere, ma non ha mai smesso di lavorare nei campi: «Ti danno da mangiare solo se lavori».
Kim Kwang-il, invece è finito in un campo di concentramento con l'accusa di spionaggio.Porta ancora i segni delle torture subite in 5 anni, prima di scappare in Corea del Sud nel 2004.
Secondo l'Ong Free The North Korean Gulag sono sei i campi che ospitano prigionieri politici.
28/05/2010
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