DAZI E SGAMBETTI TRA USA E CINA

Le mosse di Pechino, che a partire dal giugno di quest'anno ha operato un lieve apprezzamento dello yuan, non sono servite insomma a placare le ire di un Congresso sul quale il prossimo novembre incombono le elezioni di medio termine: il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, al momento, è al 9.6% e il deficit commerciale con
"La nostra moneta non è responsabile del deficit commerciale con gli USA o della disoccupazione in America. Se davvero lo yuan venisse apprezzato con questi ritmi, causerebbe la bancarotta di innumerevoli aziende cinesi, provocando la perdita di un immenso numero di posti di lavoro e gravi disordini sociali" aveva dichiarato la settimana scorsa a New York il premier cinese Wen Jiabao. E mentre l'amministrazione Obama - che pur avendo adottato toni duri non ha mai etichettato ufficialmente
Con 678.2 miliardi di dollari l'anno scorso, quello del pollame è tuttavia uno dei pochi settori sui quali gli USA registrano un surplus commerciale sul Dragone, elemento che lo rende un bersaglio ideale per eventuali ritorsioni commerciali. E anche se le due cose non appaiono strettamente collegate, è scontro anche sul fronte delle agenzie di rating: giovedì scorso
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