Pechino, 20 lug.- Da Vinci, il retailer degli arredamenti di lusso accusato di aver venduto falsi mobili "made in Italy", ha chiesto scusa ai clienti e ai produttori italiani con cui l'azienda cinese collabora da anni - tra cui Cappelletti, Versace Home e Armani Casa - per aver danneggiato la loro reputazione. Nessun rimborso previsto però per i clienti dell'azienda fondata e guidata da Doris Puah (questa intervista).
Ad aver denunciato la presunta truffa, un'indagine effettuata da CCTV, la tv di stato cinese, dalla quale è emerso che i mobili etichettati con i più famosi brand italiani erano in realtà fabbricati in Cina da una compagnia del Guangdong con materiali di scarto. Secondo l'Amministrazione dell'Industria e del Commercio di Shanghai, i finti mobili firmati Cappelletti – realizzati con materiali sintetici e contenenti sostanze nocive per la salute - sarebbero stati spacciati come prodotti in legno pregiato "Made in Italy" e, perciò, venduti a prezzi esorbitanti. I finti mobili italiani erano destinati al mercato del lusso cinese e venduti a cifre superiori ai 30.000 euro ad articolo (questo articolo). Ma, sempre secondo l'accusa, affidando la produzione a compagnie locali, l'azienda immetteva sul commercio articoli dal valore inferiore ai 3.000 euro.
Le autorità che stanno indagando sulla vicenda hanno inoltre affermato che su 110 spedizioni effettuate nei primi sei mesi dell'anno, 11 riguardano mobili interamente prodotti in Cina e mai sbarcati all'estero, in transito presso alcune città portuali cinesi. La stesso iter è stato riservato ai mobili del marchio americano Thomasville, prodotti in due fabbriche del Zhejiang e depositati alla dogana in attesa di ottenere la licenza per l'importazione, senza che questa sia mai avvenuta.
Intanto, il Consiglio per la tutela dei diritti del consumatore di Shanghai chiede che venga elargito un rimborso per i clienti che hanno acquistato i finti mobili Made in Italy. Rimborso cui l'azienda cinese non fa menzione nella dichiarazione comparsa lunedì sul sito ufficiale: "Vogliamo porgere le nostre più sentite scuse ai consumatori. La nostra compagnia ha accettato che i dipartimenti governativi, i media e l'opinione pubblica indagassero sul nostro operato, e adesso abbiamo già avviato un'indagine e una riorganizzazione interna".
di Giovanna Di Vincenzo
©Riproduzione riservata