Pechino, 13 nov. - L'indice dei prezzi al consumo in Cina potrebbe registrare un aumento nel mese di novembre: lo sostiene un rapporto della Bank of Communication – tra le quattro maggiori banche cinesi – secondo il quale il misuratore potrebbe essere spinto dai crescenti costi dei generi alimentari. L'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino ha annunciato ieri che il CPI di ottobre ha registrato un -0.5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso ed è sceso dello 0.1% rispetto al mese di settembre; gli analisti Bank of Communications rilevano che, anche nel caso dell'indice dei prezzi alla produzione, si tratta delle diminuzioni meno rilevanti dell'ultimo periodo. "I prezzi dei generi alimentari si trovano in una fase ascendente - si legge nel rapporto - e continueranno ad aumentare fino alla fine dell'anno e oltre, fino al Capodanno Cinese". Le proiezioni Bank of Communications arrivano a suffragare quelle elaborate dalla Banca centrale, che già alla fine del luglio scorso prevedeva un aumento del Consumer's Price Index per la seconda metà
dell'anno, sull'onda della ripresa interna ed estera. Nei primi sei
mesi del 2009 l'indice è sceso dell'1.1% su base annua, con un -1.7% anno su anno solo nel mese di giugno. La Cina, allo scoppio della crisi globale, si è trovata in una situazione radicalmente diversa rispetto al 2008, quando l'inflazione si era portata al 5.9% con una preoccupante punta del 7.9% nel primo semestre dell'anno scorso. Qualche mese fa proprio l'indice dei prezzi al consumo era stato oggetto di alcune polemiche in merito alle rilevazioni, tanto da spingere l'Ufficio Nazionale di Statistica ad aggiungere 10mila nuove postazioni per il rilevamento alle 50 mila già dislocate in 550 tra città e contee in tutta la Cina.