Pechino, 2 dic. – Il Dragone ha sempre più fame di oro: il presidente dello Shanghai Gold Exchange Shen Xianrong ha reso noto oggi che nei primi 10 mesi dell'anno la Cina ha importato un totale di 209.72 tonnellate di oro, circa sei volte il volume degli acquisti dell'anno scorso. "Le incertezze sull'economia interna e globale, le aspettative su un ulteriore incremento dell'inflazione, hanno reso l'oro un investimento molto popolare" ha dichiarato Shen nel corso di una conferenza. Le previsioni ufficiali indicano che alla fine del 2010 la Cina avrà acquistato dall'estero un totale di 250 tonnellate del minerale prezioso, ben al di là delle 180 tonnelate preventivate dagli analisti.
Questo enorme balzo dell'import di oro, inoltre, arriva proprio mentre il prezzo ha toccato la cifra record di 1400 dollari all'oncia in novembre, con un incremento di circa un quarto dall'inizio dell'anno. All'import senza precedenti si aggiunge anche un aumento della produzione nazionale: i dati diffusi dal ministero dell'Industria di Pechino mostrano che dall'inizio dell'anno la Cina ha estratto 277.02 tonnellate, un incremento dell'8.83% rispetto allo stesso periodo del 2009. Le società minerarie cinesi attive nel settore aurifero hanno conseguito un profitto combinato netto pari a 19.22 miliardi di yuan (circa 2.1 miliardi di euro), segnando così un aumento del 79.7% rispetto allo scorso anno. Secondo un'indagine del World Gold Council, la domanda cumulativa cinese di oro nel 2009 ha superato i 14 miliardi di dollari, pari a circa l'11% della domanda mondiale, e la Cina rappresenta ormai il secondo mercato mondiale dopo quello indiano: secondo Shen Xianrong, tra il 70% e l'80% dell'oro importato in Cina quest'anno è stato trasformato in piccoli lingotti, il classico prodotto per chi cerca un piccolo investimento.
Che i timori legati all'inflazione spingano i cinesi a investire in oro non deve destare stupore: ad ottobre l'indice dei prezzi al consumo è aumentato del 4.4%, il balzo più consistente degli ultimi due anni, ben al di là della soglia del 3% entro la quale il governo punta a contenere il fenomeno per la fine dell'anno e, in attesa dei dati sul mese di novembre, diversi analisti ritengono che l'aumento registrato il mese scorso si aggirerà facilmente attorno al 4.8%. I costi dei generi alimentari stanno crescendo di circa il 10%, ad ottobre la Banca centrale di Pechino ha aumentato il tasso d'interesse per la prima volta negli ultimi due anni, e un ulteriore aumento entro la fine del 2010 sembra ormai sempre più probabile. Il lingotto d'oro diventa allora il classico bene rifugio sul quale investire, in un paese in cui non sono ancora presenti strumenti finanziari troppo sofisticati e il settore immobiliare è da tempo oggetto di timori sullo scoppio di una bolla speculativa.
di Antonio Talia
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