Pechino, 12 dic.- Un poliziotto sudcoreano è rimasto ucciso in uno scontro con alcuni pescatori cinesi fermati con l'accusa di pesca illegale. E' accaduto lunedì nel Mar Giallo tra la Cina e la Corea del Sud, già teatro nel 2008 della morte di un altro poliziotto coreano annegato mentre cercava di ispezionare un peschereccio cinese.
Secondo le ricostruzioni, in mattinata i guardacoste sudcoreani avrebbero bloccato due imbarcazioni da 66 tonnellate trovate a circa 85 chilometri dall'isola di Socheong, e dato il via ai controlli su una delle due. Immediato l'intervento del secondo peschereccio che ha urtato con forza la nave per permettere al resto dell'equipaggio di salire a bordo e attaccare i guardacoste. Lee, questo il nome della vittima 41enne, stava cercando la cabina guida quando è stato pugnalato al fianco da un pescatore cinese armato di un pezzo di vetro, mentre un altro poliziotto è rimasto ferito. I due, insieme al capitano del peschereccio cinese, anch'egli colpito, sono stati trasportati in elicottero all'ospedale di Incheon, ma per Lee non c'è stato nulla da fare.
Il fenomeno della pesca illegale praticata dai cinesi nelle acque sudcoreane non sembra destinato a rientrare in breve tempo. Al contrario i numeri delle imbarcazioni fermate e ispezionate salgono di anno in anno. Lo dimostrano i dati ufficiali secondo cui da gennaio 475 pescherecci cinesi sono stati trovati nel Mar Giallo e sottoposti a controlli, contro i 370 del 2010. E con essi salgono anche il numero degli incidenti. L'ultimo dei quali risale a ottobre quando i guardacoste sudcoreane hanno usato gas lacrimogeni e pallottole di gomma per calmare alcuni pescatori cinesi che agitavano mazze e pale. Circa 20 di loro sono finiti in manette e rilasciati su cauzione.
di Sonia Montrella
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