Pechino, 24 feb.- La fiducia dei consumatori cinesi è calata nuovamente negli ultimi tre mesi del 2010, per il secondo trimestre consecutivo: lo svela il rapporto pubblicato oggi dall'Ufficio Nazionale di Statistica in collaborazione con Nielsen, secondo il quale l'indice del periodo ottobre-dicembre è sceso a 100 punti, rispetto ai 104 raggiunti nel periodo luglio- settembre. Si tratta del livello più basso raggiunto dal 2009; l'indagine mostra anche che l'83% dei consumatori cinesi ritiene che i prezzi continueranno a crescere anche nel corso del 2011, mentre l'84% sostiene che saranno in particolare i prezzi dei generi alimentari a subire nuovi rincari. A causare il crollo di fiducia è proprio l'inflazione rampante in quella che è da tempo l'economia con il tasso di crescita più veloce al mondo: nel mese di gennaio l'indice dei prezzi al consumo è aumentato del 4.9% rispetto allo stesso periodo del 2010, un aumento ancora più evidente rispetto al 4.6% registrato in dicembre e superiore alla soglia del 4% entro la quale il governo intende contenere l'inflazione nel 2011 (questo articolo). Pesano soprattutto i continui rincari del settore alimentare (a gennaio il prezzo del grano - questo articolo - è aumentato di più del 10% e quello della frutta fresca addirittura di circa il 30%), ma anche quelli del settore immobiliare (questo articolo): in tutte le principali città cinesi i prezzi delle proprietà registrano ogni mese notevoli aumenti e il 67% del campione preso in esame dall'Ufficio Nazionale di Statistica ritiene che nel 2011 non si assisterà ad alcuna frenata.
Dalle pagine del quotidiano ufficiale China Daily il Centro Analisi Economiche, un think tank governativo, cerca di minimizzare i risultati del rapporto: "L'indagine è stata condotta prima dell'ultimo pacchetto di misure per bloccare i prezzi della case- ha dichiarato Pan Jiancheng, vicedirettore del centro- e comunque le aspettative dei consumatori sul fronte dell'occupazione rimangono positive". I dati diffusi dall'Ufficio Nazionale di Statistica, in effetti, mostrano che il 54% degli intervistati è soddisfatto del proprio impiego, e il 67% nutre un atteggiamento ottimistico per il 2011. L'inflazione, tuttavia, continua ad essere il nemico numero uno del governo di Pechino: per provare a frenarla, la Banca centrale ha innalzato i tassi d'interesse ben tre volte da ottobre ad oggi; i requisiti di riserva delle banche, inoltre, sono stati aumentati ben sette volte in poco più di un anno (questo articolo). Il governo teme che una nuova fiammata inflazionaria possa generare tensioni sociali. Giganti come Baosteel (colosso dell'acciaio), Starbucks e McDonald's hanno già aumentato i prezzi, e la catena dei fast food potrebbe procedere ad un nuovo ritocco entro la fine del mese. Questa settimana, infine, hanno subito nuovi rincari anche i prezzi di benzina e gasolio (questo articolo).
di Antonio Talia
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