di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 24 set. - Così lontane, così vicine. La questione di genere condivisa da donne italiane e cinesi. E' il tema del seminario che si è tenuto oggi presso l'Istituto Italiano di Cultura di Pechino, dal titolo "Donne italiane e cinesi tra storia, percorsi di genere e sguardi futuri". Al convegno sono intervenute Cristina Comencini, regista, scrittrice e sceneggiatrice, Guo Ruixiang, dell'Ufficio di Pechino della Sezione Women delle Nazioni Unite e Serena Sapegno, docente di letteratura italiana e di Studi sulle Donne presso l'università La Sapienza di Roma, che ha poi sottolineato le conquiste degli ultimi due secoli delle battaglie per i diritti delle donne, cominciate dall'introduzione del concetto di uguaglianza.
L'ambasciatore d'Italia in Cina, Alberto Bradanini, ha sottolineato l'importanza dell'educazione verso il tema dell'uguaglianza tra i generi. "Le persone devono pensare bene, parlare bene, e agire bene - ha dichiarato Bradanini - Utilizzando un linguaggio non discriminatorio eserciteremo un'azione positiva e nel concreto potremo fare un passo avanti nel principio delle pari opportunità". L'importanza del seminario è asta sottolineata anche dal direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, Stefania Stafutti, che ha ringraziato i partecipanti e il pubblico prima dell'inizio dei lavori.
Comencini si è soffermata sul nuovo ruolo della donna nella letteratura, nel cinema e nella politica, soffermandosi sul tema di quello che definisce come il "doppio linguaggio" delle donne. Ricordando l'esempio della scrittrice Virginia Woolf, Comencini ha spiegato che "le donne hanno conquistato la letteratura da più di due secoli e ne hanno con fatica fatto uno dei luoghi privilegiati della loro creatività e della loro libertà nuova", anche se "hanno ancora davanti a loro la contraddizione tutta interna della doppia lingua, il desiderio di raccontare il margine in cui sono cresciute generazioni di donne prima di loro, la bellezza di quelle storie mai raccontate, i legami, i rapporti di quelle infinite vite, insieme alla paura di restare, così facendo, al margine della scrittura, in un mondo solo femminile".
Un problema, afferma Comencini, ancora più forte nella politica e nel cinema. "E' proprio nella politica che le donne hanno maggiori difficoltà a portare la loro diversità, a proporre al mondo soluzioni ai problemi economici, sociali e politici che tengano conto della loro doppia storia, dell'esperienza di questa marginalità - continua Comencini - La posta in gioco, per loro, è ancora più alta: stare nel potere accanto agli uomini, senza cedere posizioni e non dimenticare di essere donne è un lavoro molto difficile".
24 settembre 2014
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