CLIMA, RAPPORTO: OK CINA, NAZIONI RICCHE FANNO POCO

Bonn, 19 ott. - A due mesi dall'atteso summit Onu sul clima di Parigi un rapporto sull'impegno delle singole nazioni sulla riduzione delle emissioni di gas serra vede sul banco degli imputati gli Usa e l'Europa e le nazioni ricche in generale, mentre promuove a sorpresa la Cina, nonostante l'aria delle grandi citta' come Pechino sia irrespirabile, e dei Paesi emergenti.
   E' quanto emerge dallo studio - condizionato nei suoi giudizi dal 'principio' che chi ha iniziato ad inquinare prima ha goduto di maggiori benefici e quindi ha maggiori 'colpe' - curato da 18 Ong come Christian Aid, Oxfam, the International Trade Union Confederation e WWF International, che sara' illustrato oggi a Boon dove si aprono i colloqui (fino al 23) tra 200 nazioni per preparare la bozza dell'intesa che dovra' essere firmata a Parigi.

Nel complesso la ricerca evidenzia come gli impegni assunti dai singoli Paesi sono insufficienti per rispettare l'obiettivo di un aumento di 2 gradi della temperatura entro il 2100 e che invece tra 85 anni la temperatura sara' aumentata di 3 gradi. L'incremento di 2 gradi e' considerato la soglia per scongiurare l'innalzamento degli oceani o letali ondate di calore ed un grado in piu' puo' fare la differenza.


Finora circa 150 nazioni hanno depositato i loro piani ma dal rapporto emerge che i ricchi potrebbero permettersi di spostare i consumi dai combustibili fossili a energie piu' pulite e potrebbero anche aiutaee gli altri, perche' hanno maggiori responsbilita' visto che hanno beneficiato dei vantaggi economici dell'uso di carbone, petrolio e gas sin dai tempi della Rivoluzione Industriale Ma dai dati forniti - che sono peraltro difficilmente comparabile perche' i governi non hanno adottato sistemi uniformi di misurazione delle emissioni - si stima che Usa e Ue hanno promesso circa 1/5 di quanto avrebbero dovuto ed il Giappone 1/10.


Sul fronte opposto la Cina, il massimo inquinatore del mondo insieme all'America, secondo lo studio si e' impegnat a fare di piu' di quanto dovrebbe, partendo i conteggi delle sostanze inquinanti dal 1950, da quando e' iniziata l'industrializzazione del Paese. Pechino pensa di raggiungere il picco di emissioni intorno al 2030 mentre gli Usa puntano a tagliare le emissioni nocive del 26/28% entro il 2025, rispetto ai livelli del 2005.

19 ottobre 2015

 

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