Cina: Usa sono principale minaccia, sondaggio Pew

Eugenio Buzzetti


Pechino, 06 ott. - Gli Stati Uniti sono la "minaccia principale" per la Cina, anche se la metà di cinesi ha un'opinione favorevole degli Usa, mentre sul piano interno è la corruzione tra i funzionari a dominare nella classifica delle preoccupazioni dei cittadini. Lo rivela un sondaggio condotto dal Pew Research Center di Washington, che ha interpellato 3154 persone. Il potere e l'influenza degli Stati Uniti viene visto come una minaccia per la Cina dal 45% degli interpellati, al primo posto in una classifica che vede subito dietro l'instabilità economica (una minaccia per il 35% del campione) e in terza posizione il cambiamento climatico (per il 34%). A seguire, i fattori che i cinesi temono di più sono le tensioni con la Russia, al quarto posto con il 25%, gli attacchi informatici, al 21%, lo Stato Islamico, al 15%, e in ultima posizione l'aumento del numero di rifugiati, che raccoglie il 14%.

L'opinione degli interpellati sugli Stati Uniti è, però, molto più variegata. Nonostante l'influenza statunitense rimanga al primo posto tra le fonti di preoccupazione per i cinesi, metà di loro, il 50% secondo i dati Pew, ha una "visione favorevole" degli Stati Uniti, e il 52% nutre una buona opinione dell'attuale presidente, Barack Obama. Per il futuro, tra i due candidati alla Casa Bianca, i cinesi preferiscono Hillary Clinton, che oggi raccoglie il 37% di consensi tra gli interpellati, mentre Donald Trump solo il 22%. Per il 52% dei cinesi, però, Washington cerca di impedire che la Cina raggiunga lo stesso peso degli Stati Uniti a livello internazionale, mentre meno di tre su dieci, il 29%, ritiene che gli Stati Uniti intendano accettare di buon grado l'ascesa di Pechino sullo scacchiere globale.

Nella gestione del Paese, secondo coloro che hanno riposto al sondaggio del Pew Research Center, la corruzione tra i funzionari rimane al primo posto tra le preoccupazioni dei cinesi con il 49% degli interpellati che l'hanno nominata, anche se il 64% del campione si aspetta forti miglioramenti in questo campo nei prossimi cinque anni. In seconda posizione, tra i fattori di instabilità, c'è il crescente divario sociale tra ricchi e poveri, al 37%. Oltre quattro su dieci hanno a cuore il tema della sicurezza di medicinali e prodotti alimentari: un problema rispettivamente per il 42% e il 40% di chi ha aderito al sondaggio, mentre più di tre su dieci sono preoccupati per l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, una fonte di preoccupazione per il 34% e per il 37% del campione.

A livello globale, per il 75% dei cinesi, la Cina svolge oggi un ruolo più importante nel mondo rispetto a dieci anni fa, mentre solo il 10% ritiene che Pechino abbia perso vigore a livello internazionale. Per il 60% degli interpellati, la Cina ha tratto vantaggio dalla globalizzazione, mentre meno di un quarto (il 23%) ritiene che abbia effetti nocivi per il Paese. Il 56% di chi ha risposto al sondaggio ritiene, però, che il governo dovrebbe focalizzarsi soprattutto sui problemi interni. Sono, invece, più di tre su quattro (il 77%) a ritenere che la Cina dovrebbe guardarsi da influenze esterne. Tra le preoccupazioni più presenti c'è, infine, quella del rischio di un conflitto a livello regionale per le dispute di sovranità in corso con altri Paesi: lo teme il 59% degli interpellati.

 

06 OTTOBRE 2016

 

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