Cina: Pil II trimestre +9, 5% annuo
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Cina: Pil II trimestre +9, 5% annuo

Cina: Pil II trimestre +9, 5% annuo

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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Pechino, 13 lug - L'economia
cinese e' cresciuta del 9,6% annuo nel primo semestre del
011. Lo ha reso noto il National Bureau of Statistics (Nbs)
ercoledi'. Il prodotto interno lordo e' aumentato del 9,5%
el secondo trimestre, assottigliando leggermente la rescita,
rispetto al 9,7% registrato nel primo trimestre, a
specificato il portavoce del Nbs, Sheng Laiyun in una
conferenza stampa. Secondo le statistiche preliminari, il
Pil del paese ha raggiunto i 20.446 miliardi di yuan (3.146
miliardi di dollari) nei primi sei mesi, ha detto Sheng,
osservando che la performance economica del paese e'
"generalmente buona" e che si e' sviluppata secondo le
previsioni macro-economiche nel primo semestre. Lo riporta
l'agenzia Xinhua.
La diminuzione della crescita, infatti, e' stata contenuta
nonostante un rafforzamento delle
misure per combattere l'inflazione elevata, dissipando i
timori di un brusco rallentamento nella seconda economia
mondiale, secondo gli analisti. "I fattori di crescita sono
ancora forti in Cina. Ed e' scarso il rischio di un forte
rallentamento", ha detto il portavoce del National Bureau of
Statistics, Sheng Laiyun. La crescita del Pil rimane forte,
nonostante la fine delle misure di sostegno del governo come
le sovvenzioni per l'acquisto di auto di piccole dimensioni.
"Nell'economia cinese e' attualmente operativo un
cambiamento guidato dallo stimolo di una crescita rapida
trainata da misure che puntano allo sviluppo senza aiuti
dello Stato", dice Sheng. Per arginare l'aumento dei prezzi,
che ha accelerato al 6,4% nel mese di giugno, il livello
piu' alto in tre anni, Pechino ha alzato piu' volte i tassi
di interesse e le riserve minime obbligatorie delle banche.
"Anche se c'e' sempre una pressione abbastanza forte al
rialzo dei prezzi, diversi fattori sembrano contribuire
sempre piu' alla stabilizzazione dei prezzi", ha detto il
portavoce della Nbs. "La lenta crescita e la maggiore
inflazione mette il governo in un dilemma di politica
monetaria", afferma invece Alistair Thornton, economista
della Ihs Global Insight. Una stretta eccessiva del credito
puo' infatti causare un brusco rallentamento dell'economia.
Ma la maggior parte degli analisti non credono in questo
momento a tale scenario: il livello di crescita rimane
ancora ben al di sopra degli obiettivi del governo, che
erano all'8% per il 2011 e al 7% all'anno per l'intero
periodo 2011-2015. L'economia cinese e' in una "traiettoria
di atterraggio morbido traiettoria", afferma Thornton. La
Ihs prevede una continuazione della decelerazione nel terzo
trimestre, ma ritiene "improbabile che il rallentamento sia
molto forte". La crescita da un trimestre all'altro e' stata
del 2,2%, rileva da parte sua Brian Jackson, della Royal
Bank of Canada, che vede in questo dato la risposta al fatto
che "le preoccupazioni riguardanti una flessione improvvisa
erano esagerate". "Nel complesso, l'economia mostra un
rallentamento molto moderato dall'inizio dell'anno, grazie
alle misure del governo", ha dichiarato Jackson. L'economia
cinese rimane fortemente guidato dagli investimenti in
capitale fisso, che sono saliti del 25,6% nel primo
semestre, mentre le vendite al dettaglio, l'indicatore
principale del consumo, sono aumentate del 16,8%. L'aumento
della produzione industriale ha rallentato leggermente, al
14,3% nella prima meta' dell'anno dopo aver raggiunto il
15,7% nel 2010. Nonostante questi segni di prosecuzione del
boom economico cinese, pesano le
preoccupazioni sulla salute del sistema finanziario. Le
banche sono vulnerabili dopo i massicci prestiti agli enti
locali per uscire dalla crisi finanziaria del 2008,
sostenendo la domanda interna con progetti infrastrutturali
faraonici. La scorsa settimana, Moody ha stimato, sulla base
di dati contestati da Pechino che "l'outlook del settore
bancario cinese potrebbe diventare negativo". Il contesto
internazionale, segnato dalla crisi del debito pubblico in
Europa e negli Stati Uniti potrebbe anche portare di
conseguenza una situazione difficile in Cina, maggior
esportatore mondiale. "L'ambiente esterno e interno e'
piuttosto complicato e incerto per lo sviluppo economico",
ha concluso Sheng.

(RADIOCOR) 13-07-11 12:45:09 (0175)CINA,FE 5 NNNN
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