CINA, IL COMPLICARSI DELLO SCENARIO ECONOMICO
di Geminello Alvi
Ancona, 12 dic. - L'indice della borsa di Shanghai è salito di circa un 30% in poco più di un mese e mezzo, anche se gli utili societari paiono ormai in rapido declino e mentre la Commissione che regola la Borsa cinese ha dichiarato di stare aumentando la vigilanza sui mercati e ammonito esplicitamente gli speculatori. E tuttavia i debiti al margine sono seguitati a crescere, fino a 130 miliardi rispetto ai livelli quasi nulli di tre anni fa. Peraltro prima d'iniziare a preoccuparsi, come le ultime dichiarazioni lasciano intendere è stato proprio il governo cinese ad aver allentato il credito nel mese di ottobre per stoppare il crollo dei prezzi del mercato immobiliare. E peraltro questo taglio dei tassi non ha migliorato la posizione del sistema bancario, riducendo i loro margini già sottilissimi, memtre a loro volta le aziende industriali hanno patito per l'aumento del costo reale del debito. Insomma lo slancio della borsa cinese parrebbe affidarsi a basi sempre più precarie.
E' pur vero che le azioni cinesi possono ancora dirsi vendute a buon mercato dopo gli eccessi del boom che precedette la crisi della Lehman e che l'eccesso di risparmia è tale in Cina da nutrire il proseguire degli investimenti in borsa. E tuttavia resta il fatto che l'industria cinese sia ormai in una condizione di sovraccapacità produttiva in settori come l'acciaio, le costruzioni navali, la produzione di carbone, di cemento o di pannelli solari. Sopravvive è pur vero nei produttori la speranza che Xi Jinping non insista oltre misura a ripulire l'economia cinese dall'eccesso di credito. Eppure finché la disoccupazione rimane vicina al 5%, il Partito comunista sembra disposto a tollerare una crescita più bassa. E tra l'altro il mercato del lavoro pare ancora in tensione, con una carenza di lavoratori qualificati. Andrebbe ricordato inoltre che la crescita è regolata in Cina dal razionamento del credito e non dalla struttura dei tassi, e che non ci sono sintomi di sollievo nella curva dei prestiti. I nuovi finanziamenti sono diminuiti anzi da $ 170 miliardi di settembre a $ 107 miliardi nel mese di ottobre. In conclusione anche in Cina lo scenario seguita a complicarsi.
12 dicembre 2014
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