Pechino, 20 set. - "La Cina continua ad avere fiducia nell'economia europea e in quella dell'Eurozona" e continua a considerare l'Europa un importante mercato di investimento. Lo sostiene il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hong Lei dopo la decisione di Standard and Poor's di declassare il rating dell'Italia. "Riteniamo - aggiunge il portavoce - che l'Europa abbia la capacita' e l'intenzione di superare le attuali difficolta' e di lasciarsi alle spalle la crisi e ci auguriamo che sappia difendere gli investimenti cinesi".
Nel frattempo questa mattina il giornale brasiliano Valor Economico ha rivelato che i paesi emergenti del Brics hanno gia' comprato e continueranno a comprare titoli del debito pubblico europeo tramite l'Efsf, il fondo europeo salva-stati. "Siamo molto contenti - dice Christophe Frankel, responsabile finanziario dell'Efsf - di vedere che i paesi del Brics stanno investendo nel nostro debito". "Questo - aggiunge - rappresenta una diversificazione molto interessante rispetto ai nostri investitori base". Il gruppo dei Brics e' formato da Cina, India, Russia, Brasile e Sudafrica. Secondo quanto riporta il giornale brasiliano l'Efsf ha gia' tenuto numerose teleconferenze con i paesi del Brics. L'Efsf, creato nel 2010, ha rastrellato pacchetti di bond portoghesi e irlandesi e le sue emissioni dono valuate a tripla A dalle agenzie di rating.
Ma secondo Zoellick l'Europa non può contare sui paesi Brics. L'eurozona non puo' contare sul sostegno delle economie emergenti per risolvere la crisi del debito. E' il monito del presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick. "Ci potranno essere occasioni nelle quali i fondi sovrani potebbero fare alcuni investimenti - ha sottolineato Zoellick - ma va anche considerata l'esitazione con la quale molti in Cina vedono l'impiegare per il salvataggio dell'Europa denaro che e' stato guadagnato con il sudore da gente che ha un reddito annuo di 4 mila dollari, quindi non credo accadra'". Si e' parlato spesso infatti, nei giorni scorsi, della possibilita' che Pechino e altre economie emergenti mettessero mano alle loro colossali riserve di liquidita' per lanciare un salvagente ai paesi europei piu' indebitati. Il numero uno della Banca Mondiale si e' poi soffermato sugli effetti della crisi del debito europea sulle economie in via di sviluppo, che rischiano di farsi trovare piu' vulnerabili di fronte a un nuovo tracollo globale a causa del "minor spazio di manovra fiscale per reagire". "Il crollo dei mercati e della fiducia potrebbe causare un decremento degli investimenti dei paesi in via di sviluppo e una diminuzione della spesa per consumi, e un calo della domanda da parte delle economie emergenti significherebbe che perderemmo i loro motori economici come traino della ripresa globale - ha concluso Zoellick - Dobbiamo fare attenzione, soprattutto se l'eurozona e gli Usa continuano a procedere fuori dai binari".
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