di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 12 mar. - Si fermano i lavori per la realizzazione del progetto "Colombo Port City" in Sri Lanka, dopo settimane di polemiche tra Cina e Sri Lanka. China Communications Construction Company, l'azienda cinese che detiene l'appalto per l'estensione del porto, ha sospeso i lavori su ordine delle autorità locali dopo che il governo dell'isola ha deciso rivedere i termini dell'accordo per timore di scarsa trasparenza nei finanziamenti al progetto, approvato durante l'amministrazione di Mahinda Rajapaksa, presidente fino al gennaio scorso, quando gli è subentrato l'attuale presidente, Maithiripala Sirisena.
Immediata la replica cinese, affidata all'ambasciatore a Colombo, Yi Xianliang, che ha ribadito la volontà cinese di mantenere buoni rapporti con l'isola. "Non importa come cambi la situazione - ha dichiarato all'agenzia Xinhua in un'intervista nella tarda serata di ieri - Le due parti dovrebbero fare tesoro della lunga amicizia bilaterale". L'ambasciatore cinese aveva, però, difeso nei giorni scorsi l'importanza del progetto, che potrebbe portare alla creazione di circa 83mila nuovi posti di lavoro. Il centro portuale, aveva spiegato, "sarà di grande importanza per lo sviluppo economico dello Sri Lanka, attraendo investimenti stranieri e per la promozione del turismo locale".
La decisione di ieri sera della China Communications Construction Company di sospendere i lavori ieri sera comporterà, secondo i calcoli della stessa azienda una perdita di 380mila dollari al giorno, oltre agli interessi già pagati sui prestiti ottenuti dal gruppo per partire con il progetto. La situazione è giunta a una fase di stallo, secondo alcuni funzionari cinesi che hanno parlato in forma anonima ai microfoni della Reuters. "Se l'azienda modifica i termini dell'accordo sotto pressione del governo - ha affermato uno di loro - significa che dovrà permettere le revisioni di tutti i suoi progetti anche in altri Paesi".
Nella disputa sulla Colombo Port City è entrato anche l'ex presidente dello Sri Lanka, con un'intervista concessa oggi al South China Morning Post, in cui si schiera apertamente dalla parte della Cina nella disputa. Il nuovo governo "dovrebbe ringraziare la Cina per l'aiuto prestato. Invece, stanno trattando i cinesi come criminali" ha dichiarato al quotidiano di Hong Kong Rajapaksa, sostenendo di essere lui il vero bersaglio dell'iniziativa. "La Cina non dovrebbe sentirsi ferita - ha continuato - e smettere di aiutare lo Sri Lanka". Lo stop dei lavori arriva a pochi giorni dal si del governo di Colombo alla vigilia del primo viaggio nel Paese del primo ministro indiano, Narendra Modi, che sarà il primo capo di governo di New Delhi a recarsi in Sri Lanka negli ultimi 28 anni. Come segno di riavvicinamento, nelle scorse ore, il governo di Colombo aveva deciso la liberazione di 86 pescatori indiani, finiti in carcere il mese scorso per pesca di frodo. La Cina è il primo investitore nel Paese: dal 2009, secondo le ultime stime, ha immesso in Sri Lanka circa quattro miliardi di dollari, sotto forma di investimenti, aiuti e soft loans.
12 marzo 2015
© Riproduzione riservata