CIC NON ESCLUDE SOSTEGNO INDIRETTO ALL'UE

Pechino, 25 nov. - Il Fondo sovrano cinese non esclude la possibilità di sostenere l'Ue attraverso l'acquisto di quote d'imprese europee. Lo ha riferito il vice presidente di China Investment Corporation Jesse Wang con toni prudenti. "Seppure la Cina dovesse aiutare l'Europa a far fronte alla crisi del debito, il fondo sovrano cinese non sarebbe comunque il principale canale di supporto" ha sottolineato Wang. "Qualora nel corso della ripresa economica si presentassero buone opportunità di investimento nell'Eurozona e se un investimento del CIC riuscisse ad aiutare l'azienda o il Paese, il Fondo potrebbe attuare un sostegno indiretto".
"Come entità commerciale, CIC ha obbiettivi diversi rispetto a quelli governativi e per questo motivo non è obbligato a seguire le politiche imposte da Pechino. Il Fondo è alla ricerca di buoni rendimenti, ma a rischi contenuti" ha spiegato Wang.
Da tempo i leader europei guardano a Pechino, le cui riserve in valuta estera stimate si aggirano attorno ai 3.200 miliardi di dollari, come una fonte da cui ottenere gli aiuti per fronteggiare la crisi. Quanto all'acquisto di bond europei da parte del governo cinese, il vice presidente del Fondo sovrano ha riferito che Pechino sta studiando come riuscire a sostenere l'Eurozona. Il Dragone - ha dichiarato il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick - è tra i Paesi che potrebbero sostenere l'Europa attraverso il Fondo Monetario Internazionale una volta trovato un accordo sul programma.
"La Cina vorrebbe essere vista come una delle forze attive nella ricostruzione economica e non come il salvatore. E vorrebbe intervenire attraverso l'FMI in quanto più sicuro" sostiene Ding Shuang economista di Citygroup Inc. Già un mese fa il presidente del board dei supervisori di China Investment Corporation Jin Liqun aveva fatto chiarezza sul ruolo che il CIC intende rivestire nelle dinamiche europee. "Detesto utilizzare la parola 'salvataggio' - aveva detto Jin con toni inusuali e diretti, l'Eurozona è uno dei pochi colossi economici e politici che si aspetta la carità dalla Cina e dalle nazioni emergenti. Noi vi rispettiamo, per favore, rispettatevi anche voi". "China Investment Corporation ha a sua disposizione circa 100 miliardi di dollari da investire all'estero - aveva poi proseguito il funzionario di CIC - e si tratta di risorse che impallidiscono in confronto a quelle del continente europeo". Secondo il presidente dei supervisori CIC le cause della crisi vanno individuate in un "welfare eccessivo, nelle norme sul lavoro che inducono gli europei alla pigrizia". "La gente ha bisogno di lavorare più duramente e di lavorare più a lungo - aveva concluso Jin Liqun - ,l'Europa faccia le riforme che deve fare, e poi noi interverremo".
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