Pechino, 12 apr. - Tutte le banche cinesi dovranno presentare un prospetto della loro esposizione ai rischi entro la fine di giugno: lo ha dichiarato ieri Liu Mingkang, il presidente della China Banking Regulatory Commission - l'authority bancaria di Pechino - durante il Boao Forum for Asia, un forum economico in corso nell'isola di Hainan, nel sud della Cina. "Nel terzo trimestre dell'anno invieremo presso tutti gli istituti di credito squadre di ispettori incaricate di controllare i report elaborati dalle banche - ha dichiarato Liu - e alla fine del terzo trimestre, se necessario, declasseremo il valore degli asset e aumenteremo i requisiti di riserva". Da diversi mesi, ormai, la CBRC sta varando misure per arginare l'incredibile corsa al credito registrata a partire dall'anno scorso: nel 2009, infatti, su impulso del governo, gl'istituti cinesi hanno erogato la cifra record di 9590 miliardi di yuan in nuovi prestiti (al cambio attuale circa 1033 miliardi di euro), un immenso fiume di liquidità che ha alimentato numerosi timori in merito alla formazione di bolle speculative all'aumento dei crediti non esigibili detenuti dalle banche. A destare preoccupazioni, in particolare, è il real estate: solo il mese scorso, ad esempio, il governo ha ordinato a 78 grandi imprese di Stato di sospendere tutte le operazioni nel settore immobiliare. "Gli istituti di credito di Pechino hanno già iniziato ad esigere il pagamento di più del 60% del valore della proprietà per la concessione di un secondo mutuo - ha detto ancora Liu - mentre nel resto del paese siamo comunque al 40%-50%". I prezzi delle proprietà commerciali e residenziali nelle 70 più importanti città cinesi hanno assistito ad un aumento del 10.7/% anno su anno nel solo mese di febbraio, il più forte rincaro dell'ultimo biennio, mentre a gennaio erano cresciuti del 9.5%. Dall'inizio dell'anno il governo ha lanciato numerose misure per contenere la corsa agli investimenti nel mattone, inclusi il ripristino di una tassa sulle proprietà che vengono rivendute prima di cinque anni dall'acquisto, l'aumento dei requisiti di deposito per le seconde e le terze case, e un vastissimo programma per la costruzione di abitazioni sovvenzionate dallo Stato; su quest'ultimo fronte, inoltre, all'inizio del mese il governo aveva varato una norma che obbliga le amministrazioni locali a destinare il 70% della terra a progetti di edilizia residenziale a costi popolari. Per evitare lo scoppio di una bolla speculativa il governo centrale ha preso di mira in particolare le cosiddette Local Investment Companies, agenzie semipubbliche create dalle amministrazioni locali che utilizzano la terra come garanzia per ottenere fondi attraverso le banche o il piazzamento di bond: solo in un anno, in tutta la Cina, sono sorte più di 8mila LIC, ritenute da molti osservatori e analisti tra le principali responsabili del vertiginoso aumento dei prezzi degli immobili. "La crisi finanziaria globale ha mostrato che il rapporto d'indebitamento va ridotto - ha concluso Liu Mingkang a Boao- e che i mercati non possono regolarsi automaticamente da soli".