CASO 'GELSOMINI': GOVERNO DIFENDE POLIZIA

Nel pomeriggio di domenica, a Wangfujing, le troupe di nove tv straniere sono state trattenute per diverse ore, e cinque di esse hanno subito il sequestro di videocamere e macchine fotografiche e la cancellazione del materiale registrato. Un reporter di Bloomberg è finito all'ospedale dopo le percosse di cinque uomini in borghese, altri due hanno subito maltrattamenti e diversi giornalisti sono stati spintonati. La tattica utilizzata sembra sempre la stessa: gruppi di uomini in borghese hanno individuato e circondato i reporter per poi condurli in strade laterali e privarli con la forza delle foto o delle riprese. Ai corrispondenti di Pechino è stato detto che sarà necessario sporgere richiesta con tre giorni di anticipo per riprendere immagini ed effettuare interviste in alcune zone della città, in quella che sembra a tutti gli effetti un'involuzione rispetto alle norme approvate ai tempi delle Olimpiadi di Pechino 2008, tuttora in vigore. Gli inviti a partecipare alle "proteste dei gelsomini", appuntamenti fissati in diverse città per manifestare contro il governo cinese, sono state diffuse per la prima volta circa due settimane fa da un gruppo di anonimi contestatori del Partito Comunista Cinese. Nonostante non si siano verificate vere e proprie manifestazioni, e sia stato impossibile stabilire quante delle centinaia di persone sul posto fossero semplici passanti e quante veri oppositori del regime, le forze dell'ordine hanno dislocato centinaia di uomini nei luoghi prefissati. I messaggi via web continuano, ed è stato diffuso un altro appello alla protesta per le 14 di domenica prossima.
di Antonio Talia
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