di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 11 lug. - E' di 32 condanne con pene da quattro anni di carcere all'ergastolo l'ultimo bilancio della campagna anti-terrorismo nella regione autonoma nord-occidentale cinese dello Xinjiang. Tutti i condannati sono accusati di avere diffuso materiale audio o video inneggiante al terrorismo o di avere organizzato gruppi terroristici a livello locale. Lo riferisce l'agenzia Xinhua. Secondo i riscontri giudiziari, il materiale sarebbe stato trasmesso via internet allo scopo di "guidare e organizzare gruppi terroristici, costruire esplosivi illegali, istigare all'odio etnico e alla discriminazione e insegnare metodi criminali". Lo Xinjiang è percorso da forti tensioni tra i cinesi han e l'etnia minoritaria uighura che lamenta forti discriminazioni da parte del governo di Pechino.
Nello scorso mese di maggio, all'indomani di un attentato terroristico in un mercato all'aperto di Urumqi, capitale provinciale dello Xinjiang, in cui sono morte 39 persone e altre novanta sono rimaste ferite, le autorità locali hanno dato il via a una campagna anti-terrorismo con l'appoggio del governo centrale cinese. Per contrastare il terrorismo nella regione autonoma, un'università cinese, la People's Public Security University of China, ha annunciato ieri di avere avviato il reclutamento di esperti di anti-terrorismo provenienti da Stati Uniti, Israele, Pakistan e Australia per l'addestramento del personale di sicurezza e ovviare alle ancora scarse capacità di intelligence cinesi in questo campo.
11 luglio 2014
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