Pechino, 17 luglio - La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme- il principale organo di pianificazione dell'economia cinese- rispedisce al mittente le recenti critiche sui meccanismi con cui viene fissato il prezzo del petrolio nel paese. "L'attuale meccanismo si adatta bene alle condizioni in cui si trova la nazione – si legge nel comunicato diffuso dalla Commissione - e il controllo del governo sui prezzi dei prodotti petroliferi coesiste con una negoziazione limitata che le compagnie petrolifere possono condurre di volta in volta, secondo alcuni criteri fissati per legge. Si tratta di una politica molto diffusa in tutti i paesi che stanno sperimentando una transizione verso un'economia di mercato". Il meccanismo dei prezzi calmierati è stato fissato su impulso della Commissione nel dicembre 2008, ma alcuni dettagli sono stati resi noti solo nel maggio scorso: Pechino aggiusta i costi nazionali quando il prezzo del greggio registra una fluttuazione superiore al 4% per 22 giorni lavorativi di seguito. Secondo la NDRC, in pratica, le raffinerie cinesi ottengono "normali" margini di guadagno quando il prezzo globale del greggio è inferiore agli 80 dollari a barile, mentre oltre questa soglia il profitto cala. L'aumento del 9-10% di gas e benzina fissato alla fine di giugno- il secondo in un mese- aveva però suscitato le critiche degli automobilisti cinesi, che nell'ultimo periodo stanno pagando un prezzo superiore a quello degli americani. Yu Chunmei, un'analista della Shenyin e Wanguo Securities ha dichiarato che i prezzi interni in Cina cambieranno di frequente in futuro, a causa delle maggiori fluttuazioni sul mercato internazionale.