Business Cina per le imprese
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Business Cina per le imprese

Business Cina per le imprese

Mercati globali. A Roma una delegazione di 300 imprenditori al seguito del presidente Hu Jintao
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Nicoletta Picchio
ROMA
Arriveranno in trecento, al seguito del presidente Hu Jintao, invitato in Italia per il G8 allargato. La prima visita a così alto livello dopo dieci anni: bisogna tornare indietro al 1999 e a Jiang Zemin per trovare nella storia italiana una missione, da noi, di un presidente cinese.
Altra realtà, altri obiettivi: oggi è il business in primo piano, con la Cina che, con un Pil nel 2009 quasi a +8%, ha tutti i presupposti per essere protagonista e locomotiva della ripresa. Da lunedì, per due giorni, i trecento imprenditori cinesi gireranno l'Italia, partendo da Roma e toccando Venezia, Pisa e altre città, per cercare opportunità di acquisto e investimento.
La giornata clou sarà proprio lunedì, nella Capitale: sono in programma incontri faccia a faccia tra aziende cinesi e italiane, secondo al formula sperimentata delle missioni di sistema Confindustria, Ice, Abi e Governo (sono già più di mille). E inoltre colloqui istituzionali tra il presidente cinese, il ministro del commercio internazionale Chen Deming, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Sono già previsti una serie di accordi, anche se la valutazione economica di questa imponente missione si potrà fare solo alla fine. Le premesse sono positive: l'ultimo shopping cinese dello scorso febbraio in Germania, Inghilterra e Svizzera si è concluso con acquisti di 11,5 miliardi di euro. L'Italia, ha ricordato ieri il vice ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, finora è stata tagliata fuori. Ma il nostro Paese è riuscito a muoversi tempestivamente: Urso è andato a Pechino ai primi di giugno, per creare le basi di questo arrivo. «La Cina ha liquidità per oltre 100 miliardi di dollari», ha detto ieri il vice ministro, in una conferenza stampa con Cesare Romiti e Gianni De Michelis, presidente e responsabile del comitato strategico della Fondazione Italia-Cina, impegnata in un progetto di master e borse di studio per far arrivare studenti cinesi.
I rapporti economici tra noi e la Cina si sono intensificati, nonostante la crisi: nei primi quattro mesi dell'anno, l'export è cresciuto del 18,9%, con vendite trainate da macchinari e beni strumentali (a fronte di un calo complessivo delle esportazioni di quasi il 20 per cento). Nel 2008 l'Italia ha esportato beni per 6,5 miliardi di euro, in crescita del 2,5%, ed ha importato per 23,5 miliardi, con un passivo di 17 miliardi di euro. Per questo, ha spiegato Urso, la Cina utilizzerà la visita italiana per riequilibrare la bilancia commerciale.
Ma c'è anche interesse per gli investimenti: la Cina ha aumentato quelli all'estero da 2,7 miliardi di dollari del 2003 a 52,2 miliardi del 2008. Dopo l'Italia, la missione cinese andrà in Finlandia e in Portogallo, ma la delegazione che arriverà nel nostro Paese è la più numerosa. Oltre all'industria, ci sono possibilità di grande crescita nel turismo: nel 2008 il nostro Paese è stato il primo come destinazione europea. A marzo, ha spiegato Urso, è stato firmato un accordo politico per portare da tre a cinque le città da collegare con voli diretti tra i due Paesi, sia per gli aerei da turismo che per i cargo. «Darà uno spinta al turismo e al business». Il presidente Hu Jintao arriverà domani e mercoledì sarà a L'Aquila per il G8. Tra i temi, anche il rilancio del Doha Round. Per le nostre aziende che esportano in Cina, ci sono ancora dazi e barriere che rendono i nostri prodotti meno competitivi. E c'è chi accusa i cinesi da avere un atteggiamento protezionista: la crescita infatti in questi mesi è stata sostenuta dagli incentivi alla domanda interna e dall'input del Governo alle amministrazioni di favorire le imprese cinesi. Secondo Urso, i negoziati del Wto potrebbero avere un nuovo impulso, visto che in Usa e India, i Paesi che determinarono il fallimento nei mesi scorsi, oggi ci sono al Governo nuovi protagonisti.
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+18,9%
L'export in Cina
L'aumento registrato dai prodotti made in Italy nel primo quadrimestre 2009; le vendite sono state trainate da macchinari e beni strumentali
6,5
Le vendite
Valore in miliardi dei prodotti italiani esportati nel 2008
17
Il deficit
In miliardi il passivo della bilancia commerciale dell'Italia verso la Cina

04/07/2009
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