Pechino, 13 lug.- Nuova perdita di petrolio nel golfo di Bohai, nel nordest della Cina: secondo quanto riportato da CNOOC (China National Offshore Oil Corp) - la società che gestisce l'impianto - l'incidente si è verificato all'una e mezzo del mattino di martedì presso il giacimento Suizhong 36-1, ed è stato provocato dal malfunzionamento del sistema centrale di controllo.
Si tratta della terza perdita di petrolio che si riversa nelle acque del Golfo di Bohai dal giugno scorso, quando due incidenti avevano colpito il Penglai 19-3, il più importante giacimento off-shore cinese scoperto nel 1999 e gestito dalla società statunitense Conoco Phillips China (CPOC), controllata al 51% da CNOOC (questo articolo). In quell'occasione, le autorità avevano ammesso l'esistenza di una perdita solo dopo due settimane, ma il disastro era stato segnalato da numerosi cittadini attraverso la piattaforma di microblogging Weibo, il twitter cinese. Le informazioni diffuse la scorsa settimana dalla State Oceanic Administration indicavano che l'entità della perdita di petrolio dal giacimento di Penglai 19-3 aveva raggiunto gli 840 chilometri quadrati, approssimativamente la metà della superficie dell'area metropolitana di Londra. Le autorità hanno inoltre reso noto che la qualità dell'acqua nella superficie interessata è scesa al livello più basso delle quattro categorie previste in questi casi dalla Cina per le analisi.
Quanto è grave l'incidente di martedì scorso? Secondo CNOOC, i tecnici sono riusciti a sigillare la conduttura, ma la perdita ha comunque raggiunto la superficie di un chilometro quadrato. "Sono stati utilizzati tutti i mezzi a nostra disposizione - si legge nel comunicato-, e già nella sera di martedì l'area risultava ripulita".
In un altro comunicato,diffuso nella serata di ieri, la State Oceanic Administration ha dichiarato di aver inviato squadre di tecnici per tenere sotto controllo la situazione. Sul posto, inoltre, è stato dislocato un elicottero dotato di un equipaggiamento satellitare per tracciare la portata della perdita.
Ma nonostante le rassicurazioni della autorità e di CNOOC, l'incertezza permane, soprattutto dopo il comportamento mantenuto dalla società in occasione dei primi incidenti di giugno. "Al momento gli impianti di sicurezza di CNOOC sono sottoposti a pressanti ispezioni" ha dichiarato alla stampa cinese un funzionario della compagnia, che ha preferito rimanere anonimo.
CNOOC, che è il più importante operatore offshore di tutta Cina, negli ultimi tempi sembra perseguitato dalla sfortuna: lunedì, in una raffineria del Guangdong, è scoppiato un grande incendio, che i vigili del fuoco hanno domato solo dopo ore e ore di operazioni.
di Antonio Talia
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