Articoli a maggior rischio: la metà arriva dalla Cina
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Articoli a maggior rischio: la metà arriva dalla Cina

Articoli a maggior rischio: la metà arriva dalla Cina

Il bilancio. Il rapporto annuale del Rapex
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In aumento i prodotti oggetto di divieto o ritiro dal mercato o richiamo: nel 2010 hanno superato quota 2.200, il 13% in più rispetto al 2009. È quanto emerge dal rapporto annuale del Sistema di allerta rapido sui prodotti non-alimentari a rischio (Rapex, Rapid alert system on non-food dangerous products), pubblicato a metà maggio dalla Commissione europea, Dg Sanco (Salute e Consumatori). Il sistema di allerta comunitario, si ricorda, è gestito dalla Commissione per trasmettere notizie relative a prodotti pericolosi alle autorità competenti nei Paesi Ue (oltre a Islanda, Liechtenstein e Norvegia). Le notifiche registrate nel Rapex rimangono peraltro poche, a fronte della quantità di beni la cui rischiosità è segnalata dalla stampa e dalle associazioni dei consumatori nei 27 Paesi membri. Poche anche ove si consideri che nello stesso anno il sistema Rassf (Rapid alert system on food and feed) riguardante il solo ambito alimentare, ha registrato quasi 3.300 notifiche. Il sistema Rapex è infatti in fase di rodaggio ma inizia a entrare a regime, e la sua efficacia è dimostrata dal crescente numero di misure di salvaguardia proposte dalla Commissione europea a tutela della salute dei consumatori (si veda l'articolo a fianco).
Inoltre il regolamento Ce 764/2008 ha rafforzato dal 2010 la sorveglianza sui prodotti soggetti a specifiche normative Ue (come giocattoli, apparecchi elettrici, macchinari) e ha esteso il campo di applicazione del Rapex ai prodotti per l'utilizzo professionale e a quelli che presentano un serio rischio di pubblico interesse (esempio il rischio ambientale). È poi introdotto l'obbligo delle autorità doganali di procedere a sistematici controlli sulla sicurezza dei beni importati da Paesi terzi.
Per quanto riguarda l'origine dei prodotti pericolosi maggiormente oggetto di notifiche Rapex, è la Cina a mantenere il primato (58% dei casi); i prodotti di origine europea hanno concentrato il 17% delle notifiche e quelli importati da altri Paesi il 15% (ignota la provenienza del 10% dei prodotti segnalati). Passando all'analisi merceologica, in testa resta il tessile/abbigliamento (32%, 625 notifiche soprattutto per rischio di soffocamento e di irritazione), seguiti da giocattoli (25%).
In aggiunta, nel 2010 le autorità di controllo dei Paesi membri hanno organizzato attività sinergiche di sorveglianza su alcuni gruppi di prodotti (www.ec.europa.eu/) con particolare attenzione a quelli destinati a venire a contatto con i soggetti più vulnerabili, i bambini. Nel settore dell'abbigliamento per i più piccoli, ad esempio, le autorità nazionali hanno verificato la conformità di oltre 16mila indumenti e accessori rispetto allo standard En 14682: oltre 2mila sono risultati non idonei (con circa 400 notifiche al Rapex).
Nell'ambito di questa iniziativa, sono state sviluppate check-list e un video illustrativo – per ispettori pubblici, produttori e importatori – volti a prevenire i rischi e favorire un efficace monitoraggio nell'intero mercato europeo. Altri settori sotto esame i caschi per bambini e/o pratiche sportive, i passeggini, gli apparecchi elettrici a basso voltaggio. In merito a quest'ultima categoria, la ricerca svolta dalle autorità di 13 Paesi Ue ha avuto come obiettivo l'individuazione delle caratteristiche che rendono alcuni apparecchi elettrici attrattivi per i bambini. Gli elementi di maggiore appeal sono risultati la funzione e il design dell'apparecchio: su tali basi si è proceduto a dividere i prodotti in diversi gruppi e a definire i profili di sicurezza indispensabili, sulla base anche delle statistiche di incidenti domestici che hanno recato danno ai bambini. L'esito dello studio è stato poi affidato al Gruppo di lavoro per la cooperazione amministrativa sulla Low Voltage Directive in vista della revisione degli standard di sicurezza di tali apparecchi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

30/05/2011
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