Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 1 ago. - La Cina promette di difendere il Mare Cinese Meridionale con tutta la risolutezza possibile, a 89 anni dalla nascita dell'Esercito di Liberazione Popolare, che ricorre oggi. L'anniversario, a poche settimane dalla sentenza della Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia, che nega ogni diritto storico a Pechino su un'ampia porzione del Mare Cinese Meridionale, è stato scandito dalla promessa implicita del ministro della Difesa, Chang Wanquan, di "salvaguardare con risolutezza la sovranità e gli interessi" della Cina "inclusi l'integrità territoriale e gli interessi e i diritti marittimi". L'esercito, ha spiegato Chang, "sarà sempre pronto per essere chiamato a combattere e vincere".
La sentenza dell'Aia rimane una ferita ancora fresca per la Cina, che ritiene l'85% delle acque del Mare Cinese Meridionale come parte integrante del proprio territorio nazionale. Un'inchiesta condotta dall'agenzia Reuters, che ha sentito fonti vicine all'esercito cinese, mostra un atteggiamento fortemente combattivo di almeno una parte delle Forze Armate cinesi rispetto al Mare Cinese Meridionale. I militari, rivelano le fonti, non mostrano segnali di paura nei confronti degli Stati Uniti e delle incursioni di navi della Marina a stelle e strisce nelle acque territoriali delle isole contese tra Pechino e le Filippine, nel Mare Cinese Meridionale. Più in generale, Pechino non punta ad aumentare la tensione e ribadisce l'impegno a risolvere le dispute di sovranità con il dialogo bilaterale, anche se, a cavallo della sentenza, la Cina ha intensificato le manovre nell'area: a luglio, l'esercito ha condotto due serie di esercizi navali nelle acque che Pechino ritiene proprie, e a settembre prossimo, si svolgerà il primo round di esercizi congiunti con la Russia nelle acque del Mare Cinese Meridionale.
I problemi dell'esercito non riguardano, però, solo le dispute di sovranità. Neppure le Forze Armate cinesi sono passate indenni dalle accuse di corruzione. Solo pochi giorni prima dell'anniversario è stato condannato all'ergastolo l'ex numero due della Commissione Militare Centrale, Guo Boxiong, al vertice dell'organo decisionale dell'Esercito di Liberazione Popolare fino al 2012, e in assoluto il funzionario militare più alto in grado a essere processato e condannato dal 1949. A finire sotto i riflettori, da poche ore, c'è anche un alto funzionario del Dipartimento dello Staff, Qu Rui, che era stato tra i maggiori organizzatori delle celebrazioni per i settanta anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il 3 settembre dello scorso anno, a Pechino. Qu sarebbe sotto indagine già da settimana scorsa, secondo quanto riferisce il South China Morning Post di Hong Kong, e avrebbe avuto legami con un altro altissimo funzionario sospettato di corruzione, Xu Caihou, anch'egli vice presidente della Commissione Militare Centrale fino al 2012, e morto lo scorso anno prima di potere essere processato.
L'anniversario di oggi è il primo dalla riorganizzazione delle Forze Armate voluta dal presidente cinese, Xi Jinping, per rendere l'esercito più snello e reattivo in caso di conflitto. Tradizionalmente, i giorni che precedono l'anniversario della fondazione dell'esercito cinese sono scanditi dalle promozioni degli alti funzionari. Venerdì scorso, Xi, nella veste di capo della Commissione Militare Centrale, aveva promosso al rango di generale due alti funzionari dell'Esercito di Liberazione Popolare: Yi Xiaoguang, vice capo del Dipartimento dello Staff, e Zhu Fuxi, commissario politico del Comando occidentale. I due sono stati i primi generali a essere promossi dopo la riorganizzazione delle Forze Armate di inizio anno.
01 AGOSTO 2016
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