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Tra i più recenti può essere menzionato quello da 23 miliardi di euro stanziato per collegare con una linea ad alta velocità, entro il 2012, le città di Shanghai e Pechino. In numeri, i risultati attesi parlano di 1.318 chilometri, 24 stazioni e cinque ore (contro le attuali 10) per coprire il percorso totale. Sempre per il 2012 la Cina, secondo i programmi, svilupperà una rete ferroviaria di 110mila km, di cui il 10% ad alta velocità. Il mese scorso le agenzie di stampa hanno dato spazio al record di velocità mai raggiunto da un treno: 486,1 km orari, toccati sulla linea che unisce Shanghai e Hangzhou, nel sud-est del paese. Ma in rete circola e viene ripresa anche la notizia del prossimo obiettivo dei Maglev (i treni a levitazione magnetica) cinesi: 1.000 chilometri orari, una velocità che trasformerebbe in realtà lo slogan dei supertreni orientali, «volare a terra».
La Cina non è nuova a ciclopiche opere ferroviarie. È celebre la linea Pechino-Lhasa concepita da Mao Zedong negli anni Cinquanta e inaugurata nel 2006. Il «Treno dei Cieli», com'è chiamato, merita il suo nome: per l'80% è sviluppato a più di 4mila metri sul mare; raggiunge i 5.072 metri d'altezza (cosa che ne fa la tratta ferroviaria più alta del mondo), ed è dotato di carrozze pressurizzate come negli aeroplani, provviste di bombole d'ossigeno e protezioni anti-Uv. Con binari poggiati in parte sul permafrost grazie ad avveniristici espedienti tecnologici, il treno deve rassegnarsi spesso a ritardi di ore. La causa: la traversata dei binari delle antilopi tibetane, che non apprezzano i sottopassaggi. (e.cu.)
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27/01/2011
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