Pechino, 01 dic. - Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l'Aids. Secondo il Report on the Global Aids Epidemic del 2008 (a cura dell' UNAIDS – programma delle Nazioni Unite per l'AIDS – e dell'OMS), le persone affette dal virus sono 33.2 milioni, quelle che l'hanno appena contratto 2.7 milioni, i malati deceduti 2 milioni. L'emergenza riguarda i paesi poveri, quali l'Africa, l'Asia meridionale e il Sud-est asiatico; ma il problema affligge anche i paesi sviluppati, come gli Stati Uniti e l'Europa. Com'è la situazione in Cina? In totale si contano 740.000 casi, di cui 48.000 registrati quest'anno. Circa 50.000 sono le vittime dal 1985 (anno in cui si registrò il primo decesso accertato nel paese) e 10.000 i bambini sieropositivi che spesso contraggono la malattia dalla madre o a causa di trasfusioni infette. Le regioni più colpite sono le province centrali dello Henan e dell'Anhui (dove l'epidemia dell'ADIS si originò e dilagò negli anni '90 a causa delle macchinazioni per la compravendita di sangue spalleggiate dal governo) e la provincia sud-occidentale dello Yunnan (a causa della propria vicinanza ai centri per lo smistamento della droga). I bambini sono i malati più vulnerabili e spesso fronteggiano una duplice sfida poiché abbandonati dai propri genitori, non in grado di assumersi i costi e le fatiche di crescerli. La situazione sta cambiando, ma lentamente. Il governo, le organizzazioni non governative (ONG) nazionali e internazionali stanno intensificando i propri sforzi per alleviare la gravità della situazione. A Fuyang (nella regione dello Anhui) si trova uno dei tanti centri che ospitano i bambini sieropositivi. "Una delle maggiori difficoltà è assicurarsi che i bambini assumano le medicine regolarmente. L'AIDS muta rapidamente, una somministrazione scorretta di medicinali si riflette nell'inefficacia degli stessi e implica il ricorso ad altri farmaci – più forti – che potrebbero non essere disponibili nel Paese" ha affermato Zhang Ying, direttrice dell'associazione non governativa Fuyang AIDS Orphan Salvation Association che gestisce l'orfanotrofio. Il Presidente Hu Jintao è sceso in campo per sfatare i dogmi e i pregiudizi sull'AIDS, molto spesso all'origine dell'emarginazione incontrando personalmente diversi malati e volontari e esortandoli a "prendersi cura dei pazienti malati di AIDS e delle loro famiglie e, in particolare, a guidare la società nel non discriminarle". Al suo intervento ha fatto eco il Ministro della Sanità. Dopo aver ribadito la posizione del Presidente, questi ha sottolineato che "l'epidemia di AIDS si è già diffusa dai gruppi ad alto rischio (ossia consumatori di droga, minoranze etniche, operatrici del sesso e vittime di trasfusioni infette) alla gente comune; la malattia sta colpendo un numero sempre crescente di persone e le modalità di trasmissione si stanno diversificando". In dettaglio, il Ministro ha richiesto con urgenza un maggiore impegno nell'educazione sessuale e nell'uso del preservativo, poiché "i rapporti sessuali continuano ad essere il principale canale di trasmissione e la velocità della trasmissione omosessuale è in crescita netta". Wan Yanhai – direttore di AIDS ACTION Project – ha apprezzato la positiva attitudine dei leaders cinesi nella lotta contro l'AIDS, ma auspicherebbe "maggiore apertura nei confronti delle organizzazioni non governative, poiché le attività sono ancora ristrette e soggette al controllo da parte della polizia".