Roma, 11 ott. – Liu Xia è tornata nel suo appartamento di Pechino dove si trova agli arresti domiciliari. Isolata e controllata dalla polizia cinese, la moglie del premio Nobel per
"Liu Xia è sotto un'enorme pressione" ha dichiarato il dissidenteYang Jianli, uno dei leader della protesta di Tian'anmen, membro dell'organizzazione non-profit Freedom Now in difesa dei diritti umani con base a Washington. "Spero che i leader di tutto il mondo condannino la vergognosa reazione del governo cinese e lo costringano al rilascio immediato e incondizionato di Liu Xia che non è responsabile di alcun crimine" ha continuato Yang.
Venerdì scorso, scortata dalla polizia la donna ha lasciato il suo appartamento per incontrare Liu Xiaobo nella prigione di Jinzhou, nel Liaoning, dove l'uomo è detenuto dallo scorso dicembre. Per due giorni nessuno ha più avuto notizie della donna, nemmeno il legale del Premio Nobel che ha riferito alla stampa: "Siamo preoccupati perché non sappiamo dove si trovi Liu Xia". Poi domenica mattina l'arrivo in carcere e l'incontro della coppia. L'uomo aveva già appreso la notizia dai suoi carcerieri. "Dedico il premio a tutti i martiri di Tian'anmen che il 4 giugno del 1989 hanno sacrificato le loro vite per la causa democratica" ha riferito Liu in lacrime alla moglie. Una dedica che in particolare ha commosso le "madri di Tian'anmen" che quel giorno hanno perso i propri figli. "Il premio non è solo per Liu, ma metaforicamente è di tutti quelli che hanno sacrificato la loro vita per la democrazia" ha dichiarato Zhang Xianling, 73 anni, i cui figli di 21 e 19 anni sono scomparsi in quel 4 giugno.
Qualche giorno fa Liu Xia aveva rivelato ai giornali di essere sicura che se il marito fosse stato insignito del premio le autorità avrebbero acconsentito al rilascio. "Come potrebbero tenere in carcere un premio Nobel?".
Da Pechino non sembrano arrivare segnali di ripensamento: "un'oscenità" così è stata definita la scelta di Oslo. E sulla Xinhua, agenzia di stampa nazionale, non un riferimento al fatto, solo una notizia che in realtà è una traduzione dal russo di un editoriale secondo cui il premio Nobel rappresenterebbe più che altro uno strumento politico. Intanto i social network sono intasati di messaggi dei blogger. Su twitter si legge "Lunga vita alla libertà"; "Non riesco a credere che sia vero" e i commento del famoso blogger Michael Anti: " La prima reazione di molti è stata quella piangere. Io stesso sono scoppiato a piangere mentre ero all'aeroporto di Sydney". Numerosi sono anche i messaggi di critica nei confronti del nuovo ambasciatore della Pace: "L'anno scorso Obama e quest'anno Liu, Alfred Nobel si rivolta nella tomba" o ancora "Il Nobel andrebbe consegnato a qualcuno che contribuisce al benessere del Paese o del mondo. Liu non ha dato alcun contributo, anzi si è opposto alle leggi".
di Sonia Montrella
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