Pechino, 27 giu.- La Cina ha annunciato domenica di aver raggiunto un accordo con il Vietnam per intavolare un negoziato sulle dispute tra le due nazioni nel Mar Cinese Meridionale. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa di stato Xinhua, l'accordo è giunto dopo un incontro tra Dai Bingguo - il più importante funzionario della politica estera cinese - e Ho Xuan Son, viceministro degli Esteri vietnamita.
"Entrambe le nazioni hanno convenuto sulla necessità di adottare effettive misure per preservare congiuntamente la pace e la stabilità nel Mar Cinese Meridionale" si legge nel comunicato pubblicato ieri, che fa anche riferimento al trattato siglato da diverse nazioni nel 2002 per risolvere le controversie nell'area, rimasto largamente ignorato. La Xinhua non diffonde ulteriori particolari sui tempi e i modi coi quali verranno condotti i negoziati.
Il Mar Cinese Meridionale è al centro di una complessa disputa territoriale che vede coinvolti Cina, Vietnam, Filippine, Taiwan, Brunei e Malaysia, tutti impegnati a rivendicare in tutto o in parte le acque intorno alle Isole Paracel e alle Isole Spratly, un pugno di scogli disabitati ma –secondo diverse esplorazioni- ricchi di risorse energetiche. La Cina proclama la sua sovranità sull'intero Mar Cinese Meridionale, e tenta da tempo di gestire le controversie una per una con i singoli stati, anziché impegnarsi in negoziati multilaterali. Secondo quanto pubblicato dal portale di informazione economica cinese China 5e, legato al Falcon Group Investment, società di investimento fondata nel 1999 da partner cinesi, la Cina punta a produrre greggio e gas per l'equivalente di 500mila barili al giorno dai giacimenti nel Mar Cinese Meridionale nel 2015, e punta ad estrarre un milione di barili nel 2020. Nel 2010 CNOOC – il leader cinese dell'offshore - ha ricavato dai giacimenti della zona circa 290mila barili: i nuovi obiettivi, quindi, indicano di fatto che Pechino intende più che triplicare l'estrazione nel giro di soli dieci anni.
Negli ultimi mesi una serie d'incidenti ha nuovamente riacceso le dispute. Il 9 giugno scorso Hanoi aveva denunciato la condotta di una nave cinese, colpevoli –secondo la versione fornita- di avere sconfinato nel tentativo di tranciare i cavi di esplorazione posti ad alta profondità da una nave vietnamita. Rimasto intrappolato, l'equipaggio cinese aveva richiamato sul posto altre due navi di Pechino, che avevano circondato la nave vietnamita (questo articolo).
All'inizio di marzo si erano verificati incidenti simili con le Filippine: una nave che stava conducendo esplorazioni in un'area contesa nella Reed Bank, al largo delle Isole Spratly, era stata circondata da due imbarcazioni militari cinesi; Manila aveva reagito inviando alcuni aerei nella zona. Le Filippine hanno lamentato negli ultimi mesi almeno cinque sconfinamenti, e sia Manila che Hanoi hanno espresso lamentele formali all'ONU (questo articolo) .
Nell'ultimo periodo la tensione è aumentata di giorno in giorno: ad Hanoi si è assistito a numerose manifestazioni anticinesi, diventate ormai un appuntamento settimanale. Pechino, Hanoi e Manila avevano inscenato diverse esercitazioni militari nelle aree contese.
di Antonio Talia ©Riproduzione riservata