"SEGNI DI RIPRESA" CONTRO LA CRISI

"SEGNI DI RIPRESA" CONTRO LA CRISI

Il più alto responsabile della pianificazione economica della Cina, Zhang Ping, ha assicurato che il Paese sta mostrando "segni di ripresa" di fronte alla crisi. "Confido nel futuro economico della Cina", ha dichiarato Zhang, ministro della Commissione Nazionale della Riforma e dello Sviluppo.
Il Ministro non ha fornito cifre, anche se negli ultimi giorni la stampa ufficiale cinese ha riportato che l'aumento dell'indice delle vendite del settore industriale cinese - che a febbraio si è collocato a 49 punti contro i 45.3 del mese di gennaio: prima di ascesa dopo cinque mesi in calo - è uno dei primi segni.
Il PMI è un barometro che, superati i 50 punti, indica un'espansione del settore industriale.
Zhang ha dichiarato che la crisi in Cina ha colpito l'economia reale, più che il settore finanziario, come è accaduto in Occidente.
"Il settore finanziario cinese è stabile e sano", ha dichiarato il ministro durante la conferenza stampa alla quale era presente anche il presidente della Banca Popolare Cinese Zhou Xiaochuan.
In Cina la crisi ha colpito soprattutto le industrie dedicate  all'esportazione, con la diminuzione della domanda dei grandi "clienti" come gli Stati Uniti e l'Europa che ha causato la chiusura di migliaia di fabbriche e il licenziamento di più di 20 milioni di lavoratori, per la maggior parte immigrati rurali.
Il Governatore della Banca Popolare di Cina, da parte sua, ha dichiarato che il sistema monetario del Paese ha progettato "diversi piani per affrontare la crisi", e che la Cina deve mantenere la moneta nazionale, lo yuan, "a un livello stabile".
Negli ultimi anni, lo yuan, il cui tasso di cambio è fortemente controllato da Pechino, è cresciuto di un 20% rispetto al dollaro per le pressioni di Washington e, seppur in maniera minore, anche rispetto all'euro. Tuttavia, negli ultimi giorni, lo yuan è leggermente calato di valore rispetto al dollaro, e corre voce che la Banca Popolare di Cina possa decidere una svalutazione della moneta.
Zhou non ha confermato né smentito queste voci, però ha dichiarato alla stampa che dopo una possibile svalutazione "bisogna andare in fondo alle origini della crisi finanziaria", con chiara allusione agli Stati Uniti.
Il governatore ha dichiarato che per il momento la Banca Popolare Cinese sta analizzando "diversi scenari" e che Pechino non ha però intenzione di rivelare i propri programmi sul da farsi "fin quando la situazione non sarà chiara".
Ci si aspetta che la Cina espanda il lancio dei bond per le imprese, al fine di finanziare la principale misura adottata dal Paese per affrontare la crisi: un piano di finanziamento di 464 milioni di euro in due anni.
Finora sono stati lanciati 45 tipi di bond, per il valore di 15 milioni di euro, e ne verranno finanziati altri 50, per il valore di 11 milioni e 600 mila euro.
Il piano di finanziamento post crisi, presentato dal primo ministro Wen Jiabao, include grandi manovre per ristrutturare i settori "prioritari" per l'economia, inclusi quello delle automobili, quello dell'acciaio, quello navale, quello tessile, e quello dell'elettronica e dell'informatica.