Roma, 9 giu.- Al via oggi la mostra “Dialogo di civiltà lungo la via della Seta: italiani a Shanghai 1608-2010” presso il China Corporate United Pavillon (CCUP) a Milano Expo 2015, frutto di una collaborazione tra il Consolato Generale d’Italia a Shanghai e l’Ufficio Informazione della Municipalita’ di Shanghai. Tavole riviste in chiave artistica ripercorrono tempi di Marco Polo ai giorni nostri la storia delle relazioni bilaterali tra l’Italia e Shanghai nel quarantacinquesimo anniversario dall’avvio dei rapporti tra il nostro Paese e la Cina e nell’anno di Expo Milano.
A inaugurare la mostra il Console Generale Stefano Beltrame e dai rappresentanti di CCUP nella giornata inaugurale della Shanghai Week a Milano.
Al tempo di Marco Polo. Percorrendo in senso inverso la via della seta, gli italiani sono arrivati in Cina orientale molto prima della nascita della città di Shanghai. Al tempo di Marco Polo tra le città più importanti nella regione vi erano Yangzhou (dove il veneziano visse alcuni anni e che gli ha dedicato un Museo), Zhenjiang ed Hangzhou (descritta nel Milione come “la più bella città del mondo”). Odorico da Pordenone, visitò Yangzhou nel 1322 e vi incontrò una piccola comunità italiana di mercanti dediti al commercio della seta. A testimonianza rimane ancora oggi (esposta nel Museo cittadino) la tomba di una donna, Caterina Vilioni, ivi sepolta nel 1342.
Il Primo “italiano” di Shanghai. Al tempo di Matteo Ricci (1552-1610, dinastia Ming), Shanghai era ancora un villaggio, ma di lì veniva uno dei principali interlocutori cinesi di Ricci: il grande Xu Guangqi. Xu Guangqi è un personaggio famoso per molte ragioni. Sul piano scientifico, avendo tradotto in cinese i testi occidentali di matematica, geometria, fisica, astronomia ed agricoltura viene considerato il padre dell’Astronomia moderna cinese ed un riformatore delle scienze agricole. Su di un piano culturale più ampio, il suo intenso dialogo intellettuale e la profonda sua amicizia umana con Matteo Ricci fanno apparire questa coppia come la personificazione fruttuosa del Dialogo di Civiltà. A loro due l’Università Fudan dedica il Centro Studi Xu – Ricci.
Su di un piano bilaterale, essendo il primo shanghainese ad aver imparato la lingua e la cultura italiana per dialogare con Matteo Ricci e tradurre le opere occidentali, possiamo oggi considerarlo il “primo italiano di Shanghai”. E’ sepolto in città nel parco di Xu Jiahui che da lui prende il nome.
I primi italiani di Shanghai, le opere di traduzione. Il primo italiano ad arrivare a Shanghai, chiamato proprio da Xu Guangqi, fu Lazzaro Cattaneo nel 1608. Cattaneo aiutò Ricci nella compilazione di un dizionario della lingua cinese in cui, per la prima volta, erano annotati i toni. Cattaneo morì ad Hangzhou nel 1640. Il prezioso lavoro di traslitterazione fatto a quel tempo è attuale ancora oggi poiché è la base del sistema Pinyin utilizzato da tutti i giovani cinesi per scrivere sul telefonino con le tastiere alfanumeriche. Un altro importante studioso che lavorò sui dizionari latino-cinese e che visse a Shanghai fu Angelo Zottoli, giunto in città nel 1854. Nel 1929 Pasquale D’Elia tradusse per primo dal cinese le opere di SunYat Sen.
La seta nell ‘800. La tradizione di commercio della seta con l’Italia fu rinnovata nel XIX secolo e nel Museo della seta di Hangzhou si conservano i documenti delle missioni tecniche italiane del tempo. A Shanghai molti italiani lavoravano nell’industria delle seta. Tra questi vi sono la milanese Giuseppina Croci, giunta in città nel 1890 per lavorare nella filanda di seta diretta da Daniele Beretta, anch’egli lombardo.
La Perla d’Oriente. Dall’inizio del 900 fino agli anni ’20 la comunità italiana nella Shanghai “Perla d’Oriente” era piccola, ma molto attiva. Vi erano ristoranti, panifici ed una concessionaria FIAT. Achille Lauro fu un pioniere della cinematografia, Roberto Paci costruì e diresse l’Orchestra Sinfonica di Shanghai ed il primo pilota, Arturo Ferrarin, giunse in volo dall’Italia nel 1920 su di un Ansaldo SVA 9 (società poi diventata Ansaldo Energia oggi consociata con Shanghai Electric).Nel 1933 venne in visita alla Università Jiao Tong l’inventore della Radio Guglielmo Marconi. In quegli anni le navi di linea italiane che collegavano Genova e Trieste a Shanghai erano il top del lusso e dello stile di vita. Nel 1937-1940 queste navi italiane permisero anche a migliaia di profughi ebrei in fuga dall’Europa di rifugiarsi a Shanghai. Nel settembre 1943 il Conte Verde si auto-affondò nel porto di Shanghai per evitare la cattura da parte dei giapponesi. I giapponesi deportarono allora la comunità in campi di prigionia arrestando anche l’Ambasciatore Taliani De Marchio (alla cui raccolta fotografica il Museo dell’Archivio municipale di Shanghai dedicò una mostra nel 2014).
Gli scrittori ed i leader. Nel dopoguerra la città fu visitata da molti scrittori: Alberto Moravia, Curzio Malaparte (che donò la sua villa di Capri alla Repubblica Popolare cinese), Goffredo Parise, Alberto Arbasino, Oriana Fallaci. Vennero anche leader politici come Pietro Nenni, Sandro Pertini, Romano Prodi, Carlo Azelio Ciampi fino alla visita, nel giugno 2014 di Matteo Renzi. In campo sportivo, la Ferrari ha vinto il primo Gran Premio di F1 di Shanghai nel 2004. Negli anni seguenti la Ferrari ha vinto ancora anche nel 2006, 2007 e 2013. Nel 2010 il Padiglione Italia è stato uno dei più visitati dell’Expo di Shanghai.
09 giugno 2015
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