"CINA RISPETTI I PATTI DELLA WTO"

"CINA RISPETTI I PATTI DELLA WTO"

Pechino, 1 dic.- Il decimo anniversario dell'ingresso della Cina nella WTO si avvicina, ma gli Stati Uniti accusano Pechino di non aver mantenuto gli impegni assunti nel 2001: in una nota inviata all'Organizzazione Mondiale del Commercio, l'ambasciatore statunitense presso la WTO Michael Punke sostiene che la Cina "sembra abbracciare ogni anno di più il capitalismo di Stato" senza adottare quelle riforme "che originariamente portarono alla sua ammissione in questo organismo internazionale".

 

"Si tratta di uno sviluppo problematico, e gli Stati Uniti chiedono al governo cinese di riconsiderare il cammino intrapreso finora" scrive Punke nella nota, parte di una serie di commenti su quanto la Cina abbia effettivamente onorato i patti che diventeranno ufficiali dall'11 dicembre prossimo.

 

Nei dieci anni come membro della WTO, la Cina ha superato il Giappone diventando la seconda economia mondiale dopo quella statunitense. Punke riconosce come Pechino abbia fatto "incredibili progressi" nei primi cinque anni all'OMC nell'allineamento delle sue leggi ai regolamenti del commercio globale, e riconosce "l'enorme contributo" che il Dragone ha apportato al commercio mondiale. Ma, secondo la posizione Usa, "il quadro dei dieci anni dell'adesione cinese è complesso" a causa "della preoccupante tendenza con la quale negli ultimi cinque anni si è intensificato l'intervento dello Stato nell'economia".

 

La nota diventa sempre più dura ad ogni riga: "Le crescenti frizioni commerciali con la Cina sono causate dalle politiche con le quali il governo promuove pratiche discorsive sul fronte commerciale o protegge le aziende di Stato e l'industria nazionale" scrive ancora Punke.

 

Gli Stati Uniti puntano il dito contro la mancata applicazione delle norme sulla protezione della proprietà intellettuale e contro il sistematico uso di barriere per favorire o scoraggiare le esportazioni, e ricordano che Washington ha trascinato Pechino in 12 controversie in sede WTO, ottenendo ragione nella maggior parte dei casi (questo articolo).

 

"Apparentemente la Cina ha l'abitudine di adottare ritorsioni contro le legittime azioni intraprese dagli Usa e da altri partner commerciali utilizzando la sua normativa commerciale nazionale. Si tratta di una condotta inconciliabile con il sistema basato sulle regole WTO".

 

Punke non ha fornito esempi concreti, ma in queste settimane è salita agli onori delle cronache internazionali la "guerra dei pannelli solari": dopo l'avvio di un'indagine da parte delle autorità americane su presunti aiuti di Stato che il governo cinese fornirebbe alle aziende del settore, Pechino ha risposto avviando un'inchiesta simile sugli aiuti forniti alle fabbriche a stelle e strisce.

 

In un recente discorso Barack Obama aveva esortato la Cina a comportarsi "come un'economia matura". La replica del Dragone alla dura relazione americana non è ancora arrivata, ma viste le numerose frizioni commerciali che hanno caratterizzato la relazione tra i due colossi negli ultimi mesi, c'è da scommettere che presto si assisterà a nuove scintille.

 

di Antonio Talia

 

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