### Cina: per le imprese e' l'ora del 'Gioco del Pollo ' - TACCUINO DA SHANGHAI
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### Cina: per le imprese e' l'ora del 'Gioco del Pollo ' - TACCUINO DA SHANGHAI

### Cina: per le imprese e' l'ora del 'Gioco del Pollo ' - TACCUINO DA SHANGHAI

di lettura

di Alberto Forchielli*

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 dic - La Cina,
seconda Potenza economica mondiale, e' dai piu' percepita come
un colosso dell'export. Negli ultimi anni tuttavia essa e'
stata anche teatro di una sorprendente crescita della
domanda interna in relazione a svariati settori.
L'aspettativa di esportazioni significative e forti consumi
domestici, unitamente ai tassi di interesse reali negativi,
ha condotto ad una smodata corsa per aumentare la capacita'
produttiva. Sfortunatamente, sebbene la domanda interna
continui a crescere con tassi a due cifre (ad esempio nel
settore automobilistico), la produzione in alcune industrie
e' gia' superiore alla richiesta interna e, nonostante cio', la
capacita' continua ad aumentare a ritmi folli.
Un recente annuncio da parte di Pirelli, il gigante italiano
degli pneumatici, relativo alla creazione nella citta' di
Yanzhou (Provincia dello Shandong) di un imponente impianto
produttivo da 10 milioni di unita', illustra perfettamente le
dinamiche attuali. Stime conservative quantificano dai 300
ai 600 produttori di gomme indipendenti in Cina, e nuovi
stabilimenti vengono costruiti quasi quotidianamente.
L'atteggiamento di Pirelli e' tutt'altro che un fenomeno
isolato: multinazionali come Michelin, Goodyear, Bridgestone
e Continental, insieme a una nutrita schiera di produttori
cinesi e, piu' in generale, asiatici, hanno recentemente
annunciato di voler costruire in Cina i loro piu' grandi
apparati produttivi.
La Cina possiede attualmente una capacita' di produzione di
circa 300 milioni di pneumatici, equivalente al 25% della
domanda globale. La richiesta interna, tuttavia, assorbe
meno del 50% della produzione domestica, mentre la capacita'
continua ad aumentare a ritmi superiori a quelli di crescita
della domanda. Conseguentemente, lo scarto tra domanda e
offerta continua ad ampliarsi. Appare dunque naturale
chiedersi dove sia lo sbocco per queste merci come gli
pneumatici. Negli ultimi anni gli export sono effettivamente
stati la valvola di sfogo di questa "pentola a pressione",
aiutando a bilanciare l'equazione. Le importazioni di
pneumatici dalla Cina da parte di paesi occidentali sono
aumentate vertiginosamente. La crescita delle esportazioni,
ad ogni modo, ha semplicemente permesso alle fabbriche di
rimanere in funzione. La necessita' di sfruttare appieno la
capacita' produttiva ha generato pressioni considerevoli
sugli pneumatici "made in China", soggetti ad accuse di
dumping da parte delle autorita' dei paesi importatori. Le
gomme di produzione cinese costituivano il 45% delle unita'
importate dagli Stati Uniti nel 2008. Nel 2009 il governo
statunitense ha risposto alla minaccia percepita con una
tassa "anti-dumping" aggiuntiva del 35%. Simili
provvedimenti sono stati presi da Brasile e India negli anni
successivi. Il timore che anche l'Unione Europea (dove
regolamenti ambientali e obblighi d'indicazione di
provenienza sottopongono gli pneumatici cinesi a ulteriori
rischi) possa unirsi al coro, e' palpabile tra i produttori
cinesi. A tutto questo si aggiunge la recente contrazione
economica, che certamente non aiutera' le esportazioni.
Appare evidente che il precedente modello focalizzato
sull'export sia sottoposto a severe pressioni legali e
fiscali. Nonostante questo, la corsa sfrenata per
l'ampliamento della capacita' produttiva sembra continuare
indisturbata.
Cio' che sembra ancor piu' irrazionale in questo quadro e'
l'assenza di un processo di consolidamento settoriale.
Malgrado dozzine di produttori poco performanti siano
presenti, nessun concorrente, globale o locale che sia,
sembra essere propenso ad acquisire stabilimenti esistenti
dai rivali piu' deboli. Di conseguenza, con svariate aziende
locali e la maggior parte dei giganti globali impegnati ad
espandere la capacita' e a vendere attivamente sull'attraente
mercato locale, l'arena cinese si prospetta estremamente
frammentata. Emblematicamente, nessuno dei 10 maggiori
produttori internazionali possiede una quota di mercato
superiore al 10% in Cina.
Non e' inusuale avere mercati molto frammentati per beni
caratterizzati da investimenti di capitale limitati e
barriere d'ingresso fragili. Tuttavia, il ventaglio di
competenze, commistione di arte e scienza, necessarie ad
assemblare un composto complesso di gomma, acciaio e tessuto
capace di sostenere picchi di velocita' di 150-170 km/h puo'
difficilmente essere definito una barriera fragile. In
aggiunta, la costruzione di un impianto produttivo al di
sopra della scala minima efficiente (MES) richiede un
investimento di capitali di almeno 300 milioni di dollari.
Perche', dunque, il mercato cinese degli pneumatici continua
a sfidare i principi piu' basilari dell'economia?
La risposta risiede nel "Gioco Del Pollo" (Chicken Game, in
inglese per indicare la pavidita' di qualcuno gli si da' del
pollo), celebre prodotto della teoria dei giochi. Il
principio alla base del gioco e' che, malgrado i partecipanti
tendano individualmente a non voler cedere all'avversario,
il risultato peggiore a livello aggregato si verifica
precisamente quando entrambi non cedono. Il nome "pollo" ha
le sue origini dall'aneddoto in cui due automobilisti
corrono in direzioni opposte trovandosi in rotta di
collisione: uno dei due deve sterzare, o entrambi rischiano
di perire nello scontro, ma se uno dei due sterza e l'altro
non lo fa, quello che ha sterzato viene definito "pollo" in
quanto codardo. Tutti i produttori stanno aspettando che gli
altri sterzino, ossia, che lascino il mercato o falliscano.
Nel frattempo cercano di ostentare il proprio coraggio
aumentando la propria capacita' produttiva, nella speranza
che dimensioni maggiori siano garanzia di sopravvivenza. E'
un po' come se tutti stessero spingendo sull'acceleratore
per segnalare che, costi quel che costi, non sterzeranno!
Sfortunatamente, le dinamiche sopraccitate non si limitano
al settore degli pneumatici. Il "Gioco Del Pollo" sembra
caratterizzare svariati settori manifatturieri come quelli
volti alla produzione di automobili, barche, cemento, vetro,
macchinari e materiali da costruzione, ecc.. Questa bolla
produttiva non potra' perdurare all'infinito e, purtroppo per
molte delle imprese coinvolte in questo gioco irrazionale,
le leggi economiche finiranno per prevalere, decretando la
fine dei concorrenti meno competitivi. Il quesito ultimo e'
quindi: chi fara' parte della manciata di vincitori che
dominera' il mercato cinese una volta dissolto il polverone
di questo "Gioco Del Pollo"?

* Presidente di osservatorio Asia

(RADIOCOR) 22-12-11 16:45:23 (0249)news,FE,CINA,ASIA 5 NNNN
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