### Cina: per i listini l'ora delle risalita non sembra vicina - TACCUINO DA SHANGHAI
ADV
ADV
### Cina: per i listini l'ora delle risalita non sembra vicina - TACCUINO DA SHANGHAI

### Cina: per i listini l'ora delle risalita non sembra vicina - TACCUINO DA SHANGHAI

di lettura

di Alberto Forchielli *

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 03 ott - Per la Borsa
di Shanghai e quella di Hong Kong la settimana scorsa (in
coincidenza con la fine del mese e del terzo trimestre) e'
stata deludente. L'indice Hang Seng dell'isola ha ceduto il
2,3% per chiudere a 17.592, la peggiore performance
trimestrale dell'ultimo decennio. Quasi per presagio, la
Borsa era stata chiusa il giorno precedente perche' un tifone
si stava abbattendo su Hong Kong. Lo Shanghai Composite
Index e' invece arretrato in misura minore (lo 0,3%) ma ha
raggiunto il suo livello piu' basso dall'Aprile 2009. La
perdita degli ultimi 3 mesi e' stata del 14,6%.
L'accelerazione delle perdite ha una ragione di calendario.
Nella prima settimana del mese le attivita' economiche sono
ferme in Cina, a seguito delle vacanze connesse con la Festa
Nazionale dell'1 ottobre. E' tradizione vendere per incassare
prima della chiusura delle transazioni. Piu' importanti
appaiono le motivazioni prettamente economiche, che stanno
tutte convergendo verso il pessimismo. L'ondata di vendite e'
collegata fortemente ai timori di una frenata brusca
dell'economia cinese, in una prospettiva piu' rischiosa del
"soft landing" annunciata come probabile. Il rallentamento
della produzione industriale e l'incertezza sui valori
immobiliari - con il riapparire all'orizzonte della bolla -
confermano l'instabilita'. Il valore dei titoli ne risente,
in un contagio che colpisce anche quelli legati alle banche
e alle esportazioni. Nella piazza di Hong Kong sono
arretrati anche quelli connessi al gioco d'azzardo di Macao,
finora positivi, perche' si sono diffuse minacce di un
restringimento sui visti dei cittadini cinesi per accedere
all'ex colonia portoghese. Su tutto incombe la volonta' di
Pechino che continuare a puntare su una politica monetaria
di contenimento. Lo strumento della riserva obbligatoria
delle banche riduce la liquidita' e obbliga il reperimento di
denaro attraverso le vendite sulle piazze finanziarie. La
pratica ribassista e' divenuta una delle conseguenze
speculari della lotta all'inflazione. Se bisogna contenere
la massa monetaria, la sola strada alla crescita e' vendere
per investire. Il costo e' del declino dei titoli. E' tuttavia
immaginabile una riduzione delle vendite al ribasso, che
ormai hanno raggiunto livelli sconosciuti. Molti analisti
prevedono uno 'short squeeze' e chi ha puntato sul ribasso a
breve potrebbe essere costretto a riacquistare con effetti
amplificativi sul valore dei titoli. La realta' cinese va poi
calata nel quadro globale, dove impera l'incertezza se non
il disorientamento. La crisi del debito pubblico nel vecchio
continente, la debolezza del dollaro, la flebile ripresa
statunitense hanno tutte un impatto forte e
contemporaneamente multi direzionale sull'economia cinese.
Se la fiducia e' il motore delle attivita', la sua scarsita' si
tramuta in attesa e prudenza. Anche il valore dell'oro e'
diminuito. In una sorta di riflesso condizionato gli
operatori si rifugiano nelle tradizioni forti del petrolio e
del dollaro. Si tratta probabilmente di soluzioni
temporanee. Anche la Borsa cinese risente di questa cornice.
E' dunque probabile che gli equilibri che emergeranno
causeranno nuovi assetti, nell'auspicio di Pechino che
quella in corso sia soltanto una crisi di crescita.

* presidente Osservatorio Asia

(RADIOCOR) 03-10-11 14:47:33 (0194)ASIA,FE,CINA,news 5 NNNN

ADV