Shanghai, 11 ago. – Feng Xiaogang ha infilato un nuovo successo: il suo ultimo film – "Aftershock" – ha stabilito un nuovo record di incassi al botteghino. A detta dei distributori, dal 22 luglio – data della prima nazionale – il film ha già incassato 532milioni di yuan (circa 60milioni di euro). Un risultato che supera di gran lunga le più rosee aspettative, sia del regista che degli investitori, che avevano dichiarato rispettivamente un ritorno di 500 e 300-400milioni di yuan. Un successo che spodesta il film "The Founding of a Republic" (film 'propaganda' uscito in coincidenza con il sessantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, che aveva totalizzato 420milioni di yuan, oltre 47milioni di euro) dal podio dei film cinesi ad aver attratto il maggior numero di ospiti nelle sale, ma che rimane tuttavia ancora piuttosto indietro rispetto a "Avatar", la pellicola 3D del regista statunitense James Cameron che all'inizio di quest'anno ha letteralmente sbancato il botteghino, con un valore di incassi pari a quasi 1,4miliardi di yuan (oltre 155milioni di euro). E un trionfo che, se analizzato in una prospettiva più ampia, può essere considerato una riprova del fatto che negli ultimi anni l'industria cinematografica del Dragone è cresciuta parecchio e che per gli 'studios' cinesi è forse giunto il momento di avventurarsi su scala globale.
"Aftershock" descrive uno dei più grandi disastri naturali della storia, il terremoto che nel 1976 devastò la città di Tangshan (nella provincia settentrionale dello Hebei) e causò la morte di 240mila persone. Una catastrofe naturale i cui effetti ricaddero a pioggia sulle generazioni successive; una ferita non ancora completamente rimarginata per la popolazione cinese, che i terremoti di Wenchuan (2008) e Yushu (2010) hanno recentemente riaperto. Nel suo film, invece di calcare sugli effetti speciali – come ci sarebbe potuti aspettare da una produzione americana –, Feng Xiaogang ha puntato tutto sul sentimentalismo. "Definirlo un bombardamento di lacrime" – si legge sulle pagine di uno speciale dedicato all'uscita del film sul settimanale Sanlian Lifeweek – "non è esagerato, ma appropriato". Tutta la pellicola ruota attorno alla storia di un singolo nucleo familiare, e racconta il lungo viaggio verso la riconciliazione tra una madre e la figlia, creduta vittima del terremoto. Una parabola sentimentale lunga tre decadi, che comincia nella lontana notte del 1976 e che si conclude ai nostri giorni; un racconto che condensa svariati elementi della tradizione culturale cinese e ripercorre le principali tappe dello sviluppo economico e dell'apertura che la Cina ha conosciuto negli ultimi trent'anni. Nonostante il forte apprezzamento da parte del pubblico, alcuni critici hanno però sottolineato che il film è troppo commerciale e non può essere considerato una pellicola d'autore.
Tra questi Sun Mengjin, critico cinematografico e musicale della Dongfang TV, una televisione shanghaiese. "Feng Xiaogang ha cercato di soddisfare i gusti del grande pubblico; piuttosto che affermare che possiede un'innata capacità di attirare gli spettatori, sarebbe più opportuno dire che è un 'autore delle masse', che punta ad alleggerirne le preoccupazioni e a dare loro quello che vogliono". Inoltre, sempre a detta del critico Sun Mengjin, un altro aspetto trascurato nella pellicola è l'ambientazione storica. "Lo sfondo storico è troppo approssimativo. Fatta accezione per l'abbigliamento, l'arredamento e alcuni fatti cruciali, come la morte del Presidente Mao Zedong, la storia sembra sospesa nel vuoto. E anche se sullo sfondo storico si delineano profondi cambiamenti sociali – quali gli esami per l'entrata all'università, lo sviluppo dell'imprenditoria privata, il matrimonio con un occidentale etc. – questi temi non sono sviluppati dal punto di vista psicologico e introspettivo e non ne ritroviamo il collegamento nella vita e nelle relazioni dei protagonisti". Sebbene sia ancora poco conosciuto al pubblico occidentale, Feng Xiaogang è un regista molto popolare in patria, dove si è affermato grazie ai cosiddetti "Hesui Pian" – in inglese "New Year's Celebration Films" – rilasciati in occasione del Capodanno Cinese. Con uno stile cinematografico avvincente, Feng si è affermato al grande pubblico come un regista grottesco e satirico.
Tra le 12 pellicole al suo attivo, alcuni successi sono: "Dream Factory" (1997), "Be There or Be Square" (1998), "Big Shot's Funeral", "The Banquet" (2006) – nel cast l'attrice Zhang Ziyi -, "If you are the one" (2008). L'ultima produzione rappresenta quindi un cambiamento di genere. Tra i record di "Aftershock", anche quello di film più caro tra quelli girati da Feng Xiaogang. A riflettori spenti, il costo delle riprese ha raggiunto i 135milioni di yuan (oltre 15milioni di euro): la parte più consistente è stata versata dal governo della municipalità di Tangshan che, forte del proprio finanziamento, ha mantenuto il potere decisionale su alcune scelte in fase di realizzazione della pellicola. Gli altri due investitori sono Huayi Brothers Media Corporations (il più grande gruppo mediatico di proprietà privata in Cina, 45%) e China Media Film Corporations (5%).
di Giulia Ziggiotti
Nella foto Feng Xiaogang, nominato miglior regista per il film "If you are the one", arriva all'Asian Film Awards di Hong Kong, 23 marzo 2009 (Reuters).
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