Cosa si può fare per rendere verde il deserto di Rub' al-Khali, chiamato il 'Quarto Vuoto', la seconda distesa di sabbia più grande al mondo, 650mila chilometri quadrati dove non cresce niente? Trasportare un ghiacciaio dell'Antartide davanti alle coste della Penisola arabica per utilizzarlo come fonte d'acqua dolce. Inoltre, l'arrivo di una simile massa di acqua ghiacciata provocherebbe un cambiamento climatico tale da provocare ingenti piogge e far crescere una vegetazione rigogliosa.
E' l'idea venuta all'ingegnere emiratino Abdullah Mohammad Sulaiman Al Shehi, direttore generale del National Advisor Bureau Limited (Nabl), che ha presentato al governo il suo piano, già illustrato nel libro "Filling the Empty Quarter" uscito nel 2013.
La muraglia verde nel deserto, con campi e boschi
Il suo obiettivo è costruire una 'muraglia verde' al confine tra gli Emirati, l'Arabia saudita e l'Oman, che si estenderebbe tra la città di Al Ain fino a quella di Sila, ricca di boschi, campi coltivati e aziende agricole. Il problema, però, è che per farlo "c'è bisogno di molta acqua e qui è un bene raro". Per ovviare, Al Shehi ha pensato di rivolgersi alla più grande riserva di acqua dolce al mondo, l'Antartide.
Come ricorda in un'intervista all'agenzia di stampa spagnola Efe, "il 97% dell'acqua del pianeta è salata, solo il 3% è fresca e dolce, e di questa il 70% è ghiacciata". Da qui, l'idea di ricorrere a un iceberg: a causa del riscaldamento globale si staccano, vagano nei mari e si squagliano, rilasciando fino a "76 miliardi di litri di acqua dolce, sufficienti per dare da bere a un milione di persone per cinque anni".
Il piano conosce un precedente: già nel 1965, infatti, lo scienziato francese Georges Mougin aveva proposto al principe saudita Mohamed al Faisal di trasportare iceberg e utilizzarli per fornire acqua al deserto. Allora, però, non era possibile metterlo in pratica.
Dall'iceberg riserve d'acqua e pioggia tutto l'anno
Stavolta invece, il sogno di Al Shehi potrebbe diventare realtà. Secondo l'ingegnere emiratino servirebbero "due o tre navi cargo per trascinare l'iceberg, proteggendolo con materiale isolante, attraverso l'oceano fino a destinazione, sulla costa dell'emirato di Fujaira". Una volta lì, verrebbe 'convertito' il ghiaccio in migliaia di milioni di litri di acqua, da usare per creare laghi nel deserto e innaffiare 'la grande muraglia verde'.
Senza contare l'impatto benefico sull'ambiente, grazie alla "diminuzione della contaminazione derivante dall'uso degli impianti di desalinizzazione". A questo si aggiunge, l'effetto più ampio dell'arrivo di una tale massa ghiacciata nei pressi delle coste arabiche. "L'aria fredda sprigionata dall'iceberg vicino alle coste del Mar Arabico causerebbe una depressione e temporali in tutto il Golfo Persico e nella regione meridionale della Penisola arabica tutto l'anno", ha affermato.
Il gruppo è già al lavoro per farlo diventare realtà, realizzando studi di fattibilità e simulazioni, nella speranza di dare il via al progetto già nel 2018.