L'Irlanda del Nord va alle urne e al centro della scena politica ci sono due donne: Michelle O'Neill, bionda 40enne leader del Sinn Fein e Arlene Foster, alla guida del Partito Unionista Democratico e del governo da poco più di un anno. Entrambe hanno vissuto i 'Troubles' in prima persona: ne sono uscite risolute e combattive, decise in politica, pronte a tirare fuori le unghie, come nell'ultimo dibattito televisivo.
Michelle O'Neill
O'Neill è nata nel 1977 in una famiglia di militanti. A cominciare dal padre Brendan Doris, membro del Provisional Ira, finito in carcere, e divenuto poi consigliere del Sinn Fein. Un 'pedigree' eccellente, come sottolineò lo storico leader di partito Martin McGuiness alla morte del patriarca, tributando omaggio verso "una famiglia repubblica molto conosciuta e rispettata che ha giocato un ruolo significativo nella lotta repubblicana per molti anni".
Michelle entra nel Sinn Fein a 21 anni, dopo gli Accordi di pace del Venerdì Santo nel 1998. Nel 2005 viene eletta nel consiglio di Dungannon, prendendo il seggio che era stato del padre. Cinque anni più tardi diventa sindaco di Dungannon e South Tyrone, la prima donna a ricoprire un simile incarico. E anche la più giovane.
Da lì, l'ascesa politica continua inarrestabile: prima, ministro dell'Agricoltura e Sviluppo rurale, poi nel 2016 alla guida del dicastero della Salute. Il 23 febbraio di quest'anno viene nominata al posto di McGuiness come leader del Sinn Fein nell'Assemblea nord-irlandese.
Sposata con due figli, Saoirse e Ryan, sul difficile passato del suo Paese ha le idee ben chiare: attaccata per aver partecipato a una cerimonia commemorativa di quattro membri dell'Ira uccisi dalle forze speciali britanniche nel 1991, si è difesa sostenendo che la riconciliazione - un impegno al quale "mi dedico da tutta la vita adulta" - non si basa sull'accettazione comune della stessa narrativa sui 'Troubles', ma sul rispettare l'idea che diverse opinioni sul conflitto esisteranno sempre. Priva di un 'bagaglio' di lotta attiva, rappresenta una rottura con il passato violento del movimento.
@EnnisSinead in #Rostrevor with @moneillsf Excellent reception pic.twitter.com/7T89nGEk6o
— Upper Crotlieve SF (@SinnFeinBurren) 1 marzo 2017
Arlene Foster
Figlia di un poliziotto e di una casalinga di Belfast, all'età di otto anni è testimone dell'aggressione a suo padre da parte di membri dell'Ira, entrati in casa per ucciderlo. Il padre rimane ferito e la famiglia si trasferisce a Lisnaskea, nell'Ulster sud-occidentale. Laureata in Giurisprudenza alla Queen's University di Belfast, svolge l'attività forense a Portadown e Enniskillen. Comincia a impegnarsi in politica, entrando nella Queen's Unionist Association, parte dell'Ulster Unionist Party (Uup), di cui è presidente dal 1992 al 1993, e poi alla guida del settore giovanile. Nel 2003, viene eletta all'Assemblea come deputato dell'Uup e si distingue insieme ad altri per la dura opposizione al leader del partito, David Trimble.
Trimble lascia l'Uup e si unisce al Democratic Unionist Party (Dup), partito al quale si iscrive successivamente anche lei e di cui è candidata nelle elezioni del 2005, finendo seconda con oltre 14mila voti. Nel 2007 diventa ministro dell'Ambiente e tre anni dopo sostituisce Peter Robinson come primo ministro nordirlandese: quelle che dovevano essere sei settimane alla guida del governo, si riducono a meno di un mese per il suo ritorno anticipato. Nel 2008 assume la guida del dicastero del Commercio, fino al 2015 quando passa a guidare il ministero delle Finanze, dove resta poco più di un anno.
Nel dicembre 2015 diventa leader del Dup, e meno di un mese dopo prende la guida del governo. Poco prima di diventare premier, suscita dure polemiche per aver dichiarato che non sarebbe andata a Dublino per il centenario della rivolta contro il governo britannico, definendo quella sollevazione "un attacco alla democrazia".
Nel dicembre 2016 viene travolta dallo scandalo sulle rinnovabili: la Foster è sospettata di aver avuto un ruolo, quando era ministro delle Finanze, nell'ideare un meccanismo per una presunta distribuzione di finanziamenti pubblici gonfiati a diverse aziende locali nell'ambito del Renewable Heat Incentive, programma di sostegno alla conversione delle industrie verso le energie rinnovabili.
Some of my fab team in Fermanagh. Tomorrow between 7am and 10pm, you make your choice on the future of Northern Ireland. #AE17 #VoteDUP pic.twitter.com/ls2ZlfbvwQ
— Arlene Foster (@DUPleader) 1 marzo 2017