Damasco - L'esercito siriano è entrato per la prima volta da due anni nella provincia di Raqqa, la roccaforte dell'Isis. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Le truppe di Assad, che hanno avviato un'offnesiva contro i miliziani jihadisti con il sostegno delle forze russe, avevano dovuto cedere il controllo della provincia al gruppo fondamentalista nell'agosto 2014.
Nelle ultime 24 ore le forze del regime hanno fatto passi in avanti nella parte orientale di Hama, fino a raggiunge la demarcazione con la provincia di Raqqa, il cui territorio è quasi interamente in mano ai jihadisti. L'agenzia di notizie ufficiale siriana, Sana, venerdì aveva riferito dell'avanzata dell'esercito nella zona di Azariya, nella parte orientle di Hama, dove le forze di Damasco sono riuscite a tagliare la principale via di rifornimento dell'Isis.
L'esercito lealista avrebbe guadagnato terreno grazie ai massicci bombardamenti effettuati dai jet di Mosca nella provincia di Hama, portandosi ieri a 12 km dal limite della provincia controllata dal califfato, per poi varcarne il confine questa mattina . Si tratta della terza offensiva sferrata in pochi giorni contro il sedicente Stato Islamico di Abu Bakr al Baghdadi, attaccato in Iraq dalle truppe irachene, ma sopratutto da est dai curdi dell'Ypg sostenuti da marines e aeronautica statunitense. Sarebbe stata proprio l'avanzata di questi ultimi a provocare la reazione del presidente siriano e della Russia.
Secondo il quotidiano libanese pro Assad 'al Akhbar', che ha definito l'avanzata dei lealisti come "l'inizio della corsa su Raqqa", Damasco e Mosca non avrebbero alcuna intenzione di lasciare l'area in mano agli americani. Sempre secondo il quotidiano libanese, obiettivo principale sarebbe non Raqqa ma la conquista di Tabqa, centro situato a 50 km dalla capitale dell'Isis, fondamentale sia perchè dotato di una pista di atterraggio, sia perché principale deposito dell'arsenale degli uomini di Al Baghdadi. La conquista di Tabqa risulterebbe una carta importante in mano ad Assad e ai russi nei negoziati relativi la spartizione della regione.
Non si ferma intanto la violenza su Aleppo, nuovi raid condotti da lealisti e russi nei quartieri sotto il controllo dell'opposizione siriana hanno causato la morte di 13 persone, tra cui Fawzi Bargouth, operatore umanitario dei White Helmets, organizzazione che soccorre i civili rimasti sotto le macerie in seguito ai bombardamenti. Elicotteri dell'esercito di Assad hanno sganciato bombe a barile prima dei raid aerei dei jet di Mosca, mirati a rendere inservibile la importante strada di collegamento di Alkastello. Ma l'esercito russo ha riferito che più di 40 persone tra civili, poliziotti e soldati, sono morte in una offensiva con armi pesanti lanciata dai qaedisti del Fronte al Nusra ad Aleppo. I jihadisti hanno attaccato con missili e artiglieria pesante diversi quartieri residenziali, l'aeroporto e la localita' di Handrat, oltre a posizioni delle forze governative e delle milizie curde. (AGI)