Novovoronezh (Russia) - Lungo il corso del fiume Don, a 45 km da Voronezh - dove lo zar Pietro I costruì la sua celebre flotta e nel cuore della terra nera, oro della Russia - sorge una delle centrali nucleari storiche, ma al tempo stesso piu' innovative della Federazione: Novovoronezh. Qui, nell'Unità 6, a fine giugno, la corporazione Rosenergoatom - società che, per la holding statale Rosatom, opera tutte le centrali nucleari del paese - connetterà alla rete elettrica, per la prima volta al mondo, un reattore ad acqua in pressione VVER-1200 di generazione 3+. Si tratta della punta di diamante della tecnologia di Rosatom anche all'estero - ne sta costruendo già in Bielorussia, Finlandia, Turchia, Egitto, Bangladesh e Ungheria - e con cui la società ha avviato un'aggressiva campagna di promozione per convincere il mondo della sicurezza e dell'ecologia del nucleare di nuova generazione, dopo il trauma di Chernobyl (1986) e Fukushima (2011). "Entro fine giugno contiamo di avere il via libera da Rostekhnoazdor (organo supervisore per il nucleare e l'ecologia) e allacceremo il VVER-1200 alla rete elettrica", ha dichiarato il direttore della centrale Vladimir Povarov, incontrando alcuni giornalisti stranieri, in un viaggio organizzato da Rosatom alla centrale di Novovoronezh, nell'ambito della fiera Atomexpo, appena conclusasi a Mosca. "Entro fine anno, poi, l'Unità 6 sarà messa in operatività commerciale", ha aggiunto il dirigente, ricordando che i lavori alla gemella Unità 7 saranno terminati in "tempi anche piu' brevi", grazie "all'esperienza già acquisita". I giornalisti stranieri (partecipavano al tour molti media africani e asiatici) possono accedere al sito solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione da parte dei servizi segreti russi (Fsb), i cui uomini sono presenti, in borghese durante la visita per controllare che si rispetti il regolamento, fatto firmare ad ogni cronista, e che vieta riprese e foto in cui siano visibili elementi del sistema di sicurezza: dalle telecamere a circuito chiuso, fino al filo spinato e alle mura di recinzione. La vista sui nuovi reattori - con l'Unità 7 ancora circondata dalle gru - si può immortalare da lontano solo con una determinata angolazione e c'è un apposito 'belvedere' per stand-up e riprese. "Abbiamo un sistema di sicurezza fisico molto severo, siamo protetti da uomini delle forze del ministero degli Interni e abbiamo un nostro apparato di sicurezza, la possibilità che contro la centrale possano essere sferrati attacchi terroristici è veramente bassa", ha rassicurato Povarov.
"Dopo Fukushima, la Russia ha condotto stress-test in tutte le sue centrali - ha poi sottolineato - siamo testati per la caduta di jet, sismi e alluvioni". Una volta messa in operatività anche l'Unità 7 (nel 2018), la capacità della centrale di Novovoronezh sarà maggiore di 2,23 volte, con una produzione energetica che potrà raggiungere 30 miliardi di kWh. Una tale quantità di energia elettrica è sufficiente a rifornire il sistema ferroviario russo per oltre otto mesi, fa notare Rosenergoatom. Da sola, la centrale copre circa l'85% del fabbisogno di energia elettrica della regione di Voronezh, che a sua volta riesce anche ad esportare circa 4 miliardi di kWh. "Da qui arriva elettricità anche in Ucraina", ha spiegato Vladimir Zarubaev, vice capo ingegnere della filiale Atomenergoproekt (general contractor per la costruzione delle Unità 6 e 7), indicando le sei linee elettriche che partono dalla centrale e che si connettono alla rete elettrica del Donbass, gestita dalla Ukrenergo. Novovoronezh è una città giovane, nata nel 1958 durante la costruzione della centrale nucleare, la quale già nel 1964 - con il suo reattore VVER-210 - si vantava di essere la piu' potente al mondo. Gli abitanti sono 31.000 e la cittadina è per Rosatom esempio di come piu' che un rischio, vivere vicino a un reattore possa essere motivo di sviluppo sociale e benessere. Attraverso accordi con l'amministrazione locale, Rosenergoatom investe in modo regolare in programmi d'istruzione e nelle infrastrutture cittadine. Di recente, è stato consegnato uno stadio da 1.800 posti di capienza, pista d'atletica, campi da calcio, tennis e pallavolo per il costo totale di 713 milioni di rubli (quasi 97 milioni di euro). Un sanatorio immerso nel verde e non lontano dalla città garantisce riposo e cure mediche, praticamente gratuite, agli impiegati della centrale e alle loro famiglie. "Grazie alla costruzione delle Unità 1 e 2 (iniziata nel 2007), Novovoronezh vive il suo rinascimento; - ha detto ai giornalisti Serghei Chestikin, capo dell'amministrazione comunale di Novovoronezh - i cittadini hanno un atteggiamento positivo nei confronti del nucleare e si fidano di chi lavora per garantire la loro sicurezza". Ma il benessere si misura anche con dati concreti e quando si chiede dei salari in città, i dirigenti di Rosatom diventano vanghi: a Novovoronezh il salario medio è del 20% superiore a quello del resto della regione, mentre gli impiegati della fabbrica "si può dire che guadagnino come i loro colleghi all'estero, anche se la svalutazione del rublo ha ridotto il loro potere d'acquisto", ha ammesso Vladimir Lobanov, capo del centro addestramento personale della centrale. I due terzi della cittadina, comunque, dipende dalla centrale e dal suo indotto. "Tutti qui si sentono 'atomshikì ", ha chiosato Lobanov, usando il termine russo che indica le persone che lavorano nell'industria nucleare. (AGI)