di Massimo Maugeri
Roma - Dopo l'impegno di Stati Uniti e Vaticano spetta all'Italia rendere consultabili i documenti diplomatici e di intelligence sugli anni della dittatura militare in Argentina. La richiesta arriva da Jorge Ithurburu, attivista dei diritti umani e presidente dell'associazione '24 marzo', che affianca i familiari dei desaparecidos nei processi ancora in corso contro i membri del regime. A quaranta anni esatti dal 24 marzo del 1978, quando un golpe militare inaugurò il sanguinoso governo dei militari nel paese sudamericano, Ithurburu ieri è stato ricevuto in udienza da papa Bergoglio assieme a Cecilia Romero, nipote di monsignor Romero, il vescovo ucciso in Salvador nel 1980 e a Marie-Noelle Erize Tissau, sorella di Marie Anne Tisseau, sequestrata e fatta sparire nell'ottobre del 1976 a San Juan in Argentina. "Il Papa - dice Ithurburu all'AGI - ci ha ribadito che la declassificazione dei documenti vaticani sarà effettuata e ci ha assicurato che darà il suo pieno supporto e appoggio affinché questo avvenga presto. Riteniamo che questo sarà un passaggio fondamentale per conoscere le tante verità di quel periodo su cui ancora non c'è chiarezza". Pochi giorni fa il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha detto che è in corso il lavoro di "catalogazione dei documenti", che "dovrebbe essere completata nel cosro dei prossimi mesi". Dopodiche' "si potranno studiare i tempi per la consultazione".
Ithurburu commenta con favore anche le parole del presidente Usa, Barack Obama, che ha ribadito l'intenzione degli Stati Uniti di desecretare i documenti riservati dell'epoca. "Quello che Obama ha detto in questi giorni durante la sua visita in Argentina e' molto importante - premette Ithurburu - e siamo molto soddisfatti di questo. Anche se nei fatti il primo presidente che inizio' la declassificazione dei documenti segreti fu Bill Clinton, Obama sta seguendo quella strada. Naturalmente ci fa molto piacere". "Adesso però è ora che anche l'Italia faccia la sua parte", sottolinea il presidente dell'associazione '24 marzo', che questa mattina è stato in Procura a Roma nell'ambito del processo al tenente colonnello Carlos Luis Malatto, un militare argentino accusato di crimini contro l'umanita' e che dal 2011 vive in Italia grazie al suo doppio passaporto. "Il governo italiano, su richiesta argentina, ha provveduto da tempo a inviare a Buenos Aires i documenti classificati richiesti e relativi a quegli anni. Ma questi documenti non sono consultabili né in Italia né in Argentina, quindi continuano di fatto a essere secretati. Noi chiediamo con forza al governo e al presidente del Consiglio Matteo Renzi, cui spetta la firma, di non apporre più il segreto su quei documenti - conclude - e di fare qualcosa per dare una risposta a questa esigenza di verità". (AGI)