(AGI) - Roma, 28 giu - E' trascorso quasi un secolo da quando Rudolf Steiner detto' le regole della agricoltura biodinamica e oggi in tempi di globalizzazione e allarmi ambientali e' il mondo del vino a rinnovare l'interesse per la sua filosofia. In Valpolicella, territorio ricco di vigneti e di vini importanti come l'Amarone, e' Marinella Camerani la portabandiera della biodinamica. Perche'? "Non mi interessa il vino costruito" - risponde Camerani, seduta all'ombra della quercia che da quattro secoli vigila sulla cantina cinquecentesca di Mezzane di Sotto, in provincia di Verona. Qui si fa qualcosa di unico. E a farlo sono gli uomini e le donne che ogni giorno condividono obiettivi, sentimenti e pezzi vita, come in un arazzo, intrecciandosi con il verde delle piante, il marrone della terra, il rosso del vino, l'azzurro del cielo. "La biodinamica - osserva ancora Camerani, ex manager prestata al 'terroir', unica la sua azienda in Valpolicella certificata Demeter - e' un mondo tutto da scoprire, uno stravolgimento delle pratiche ma per affrontarla bisogna desiderare di avere non solo il proprio personale benessere economico ma di stare bene con gli altri, con chi lavora con te". Cosi in cantina il vino biodinamico viene ogni anno diverso, nei profumi, nei colori, nell'intensita'. "Non potrebbe essere altrimenti - osserva la vulcanica vignaiola che festeggia trent'anni di attivita' della sua azienda, Corte Sant'Alda - perche' fare biodinamica non e' solo applicare il protocollo ma come vivi il protocollo". Il suo vino cresce nelle botti di legno, nel cemento vetrificato e non e ora anche nelle anfore di tipo georgiano che vengono fabbricate in Toscana. Non solo amarone, ma bianchi e rosati, come quelli che si sperimentano nella terracotta e che danno oggi poche ma interessanti bottiglie. Vini come il ripasso, che esprime i sentori di confettura di ciliegia e lamponi in un finale inesauribile e soprattutto come l'amarone che intriga l'olfatto e dimostra una grande bevibilita' a dispetto della struttura tannica e del volume tipiche di questo grande vino. Emanano questi vini una serenita' legata alla consapevolezza di una vinicoltura fatta con criteri di salubrita' fisica e mentale, osservano gli addetti ai lavori. Circa 100 mila bottiglie che vanno soprattutto a riempire calici italiani secondo la 'trama' dell'arazzo dove nella creazione del vino si intrecciano valori, sentimenti e una pratica filosofica dell'agricoltura. Un desiderio? " Che siano i giovani vignaioli italiani e della Valpolicella - risponde Marinella Camerani - ad interessarsi della biodinamica. In vigna arrivano per gli stage soprattutto ragazzi di altri Paesi del mondo".(AGI)
Red/mld