Scomparso a 78 anni nel Bresciano l'industriale Attilio Camozzi
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Scomparso a 78 anni nel Bresciano l'industriale Attilio Camozzi

Scomparso a 78 anni nel Bresciano l'industriale Attilio Camozzi

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(AGI) - Roma, 2 ott. - E' morto a 78 anni, nella sua casa diPolpenazze, vicino Brescia, l'imprenditore Attilio Camozzi,presidente dell'omonimo gruppo industriale. Una vita di lavoro, di fatica anche duramente fisica, ma lascintilla della genialita' imprenditoriale che l'ha sempreassistito: "Ero un bravo tornitore, sa?", ricordava AttilioCamozzi, Cavaliere del lavoro, che dal '64 ad oggi ha costruitoun "piccolo colosso" industriale di dodici stabilimenti, - perquasi 400 milioni di fatturato - globalizzato, in crescita, incontinua evoluzione tecnologica: un gruppo-modello costruitodal niente. L'imprenditore tra i piu' schivi e solidi delbresciano, l'uomo che lascia alla guida dell'azienda e dei suoioltre duemila dipendenti il figlio Ludovico, con i fratelliMarco ed Ettore, e altri sette cugini, figli degli zii Luigi eGiovanni, era salito, suo malgrado, agli onori della grandecronaca soltanto sei anni fa, quando aveva deciso di rilevarela milanese Inse (Innocenti Sant'Eustachio), un marchioglorioso dell'industria meccanica che versava pero' in profondacrisi, dove, di fronte al rischio di chiusura, un gruppo dioperai era salito su una gru e aveva inscenato una protesta cheaveva assunto tinte drammatiche. Attilio Camozzi, tessera Fiom e tuta blu ancora nel cuore,non poteva permettere che un'azienda secondo lui ancora"salvabile" finisse cosi', e' intervenuto mettendoci soldi -tanti soldi - e qualcosa di piu' e di migliore e' successo,anche se la strada e' ancora in salita. Ma nel suo insieme ilgruppo Camozzi va bene e macina utili. Con tantissimi successi all'attivo, collezionati senzapassi falsi, progressivamente, sin da quel 1964 - 51 anni fa -quando Attilio, 27 anni, decise di mettersi in proprio. Daoperaio a padroncino. Due macchine per la lavorazione deimetalli impiantate alla bell'e meglio a casa sua - con lamoglie Giuliana, donna forte, a sostenerlo - tantissima vogliadi lavorare e intuizioni meccaniche degne di un superingegnere. Una specie di cavalcata trionfale, nell'Italia del boo,Gia' nell'80 un'acquisizione in Germania; e poi via via, mezzomondo, aziende negli Usa e in Russia, Rockford nell'Illinois oDongtai, vicino Shangai. Grande diversificazione settoriale,dalle macchine utensili alle macchine tessili; ma anche estremaspecializzazione, se le componenti made-in-Camozzi azionano iltelescopio gigante dell'Arizona o fanno funzionare le macchinerobot che costruiscono gli aeroplani della Boeing... Amatissimo dai suoi - collaboratori, compaesani, parenti -perche' abituato si' a comandare ma anche a dare: soldi per idisabili, risorse per il territorio, dialogo con il sindacato econ i dipendenti. Litigiosita' aziendale, bassissima.Formazione permanente. Mai una critica, in sostanza. E una vitasemplice, quasi uguale a quella di quando era operaio luistesso: una partita a carte al bar del Paese, niente finanzacreativa, niente Borsa. Una grande passione al di fuori - si faper dire - dell'azienda? Le automobili, una passione coltivatanel tempo fino a presiedere, con un gusto e una partecipazionecommoventi, il bellissimo Museo delle Millemiglia, che ha dalproblema che era per la citta' di Brescia in un luogo diincontro internazionale dell'impresa, di rivisitazione storicama anche di progettualita' e innovazione. Uno cosi', uno che aveva iniziato a lavorare a undici anni,uno che il giorno prima di fermarsi per sempre aveva ancoralavorato, non poteva che andarsene in punta di piedi, vicinoalla sua fabbrica. Ma con tanto amore attorno a lui e, da oggi,al ricordo delle sue lezioni di vita. (AGI).
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