Sciopero Cgil: imprenditori, "una protesta puramente politica"
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Sciopero Cgil: imprenditori, "una protesta puramente politica"

Sciopero Cgil: imprenditori, "una protesta puramente politica"

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(AGI) - Roma, 18 nov. - Lo sciopero generale proclamato dallaCgil per il 5 dicembre viene seccamente bocciato dagliimprenditori che, pur considerando legittime le proteste innome del lavoro, giudicano che sia una "mobilitazionedichiaratamente politica" per far recuperare spazio ad unsindacato messo in pesante stato di mora dal governo. E' quantosi evince da una serie di interviste condotte dall'Agi nelmondo dell'impresa, da Fossa a Riello, da Cerchiai a Dominellacompresi Dompe' e Conti (l'ex ad di Enel). Quanto al primo ministro Matteo Renzi, la novita' e' chemolti industriali privati italiani la pensano come ilpresidente del gruppo L'Espresso Carlo De Benedetti, pronto avalutare, in una recente intervista al Corriere della sera, ilpremier tanto "energico e spregiudicato" da poter essereparagonato al "Fanfani degli anni 50" cioe' ad uno dei politicidemocristiani della ricostruzione post bellica del paese. "Non era il momento adatto a proclamare uno scioperogenerale, e' inaccettabile che sindacati e governo non riescanoa trovare altro modo per dialogare senza paralizzare il paesealla vigilia del ponte dell'Immacolata", spiega il pastPresident di Confindustria Giorgio Fossa, oggi numero uno diFondimpresa, "e' vero che gli argomenti sul tavolo ci sono etanti. A cominciare dal fatto che la manovra non sara'risolutiva: il vincolo del 3 per cento e' incompatibile conriforme vere perche' senza soldi non si riforma in modostrutturale il paese". "Ma lo sciopero del 5 dicembre producedanni allo stesso sistema e ai lavoratori perche' attualmente,pur avendo le mani legate da una maggioranza forte solo sullacarta, al governo Renzi non esiste alternativa". Ancora piu'netto il commento di Fabio Cerchiai, gia' presidente dell'Ania,adesso al vertice di Unipol Sai e di Atlantia- Autostrade perl'Italia che sposa in pieno il giudizio dell'Ingegner DeBenedetti sull'energia renziana. "Il nostro presidente del consiglio, malgrado la suagiovane eta' - spiega Cerchiai - dimostra un buon senso davverounico. Non assecondando inutili negoziati quasi esclusivamentepolitici con il sindacato, Renzi esibisce un senso diresponsabilita' molto alto. Lo stesso che dovrebbe avere laCgil, invece di assumere posizioni che, alimentando conflittisociali, rendono assai difficile il rilancio della nostraeconomia". Secondo Cerchiai, il problema principale e' quellodi attirare investimenti esteri in Italia ed e' logico che "unaconflittualita' vecchia maniera, non fa che rallentarepericolosamente questo processo virtuoso che potrebbe farripartire il ciclo economico". Per Sandro Riello, patron di Aermec, alle spalle unaconsolidata carriera nel gotha di viale dell'Astronomia, oggial vertice di Assoclima, l'associazione che riunisce le impresecostruttrici di condizionatori, "lo sciopero generale del 5dicembre e' un doppio errore del sindacato che, rimarca cosi'la sua profonda debolezza e non aiuta coloro che dovrebbedifendere, cioe' i lavoratori. Abbiamo misurato nelle nostreaziende del nord est una progressiva disaffezione deilavoratori ad un sindacato che privilegia tesi ideologiche epolitiche per recuperare spazio con il governo piuttosto cheavviare un dialogo che abbia al centro le ragioni effettivedella competitivita' del sistema paese". Riello sostiene che ilsindacato italiano (riferendosi alla Cgil che ha proclamato losciopero) ha "scarso senso di responsabilita'", difende i"posti di lavoro" intesi in modo ideologico ma non si preoccupadi fare una battaglia concreta per il "lavoro". A suo dire, ilgoverno Renzi che ha cercato di smontare alcuni "totemsindacali" merita - a prescindere dall'articolo 18- unapromozione tonda. "Voto per Renzi? Otto e mezzo, ma puo'arrivare al 9 se avra' il coraggio di osare ancora di piu'andando a toccare i poteri intermedi che finora sembravanointoccabili", sentenzia Riello. E condivide la sua tesi anche il presidente dei giovaniimprenditori della Confindustria Marco Gay che per primo si eraschierato un mese fa contro la mobilitazione di fine ottobreindetta dalla Cgil. "Bisogna convincere il sindacato che vuolescioperare del fatto che scendere in piazza non serve allabattaglia per il lavoro", osserva Gay. "Basta alla difesaideologica, se vogliamo far ripartire l'economia dobbiamo, dopoaver aperto i cantieri delle riforme steutturali, aprireinsieme il cantiere delle imprese e costruire davvero il futurodel paese". Promosso Renzi anche per Stefano Dominella, numero unodella Gattinoni e presidente del comitato moda di Unindustria."Distinguiamo i voti fra affidabilita' e credibilita'. Ad oggiRenzi porta a casa secondo me un otto e mezzo per l'entusiasmoe la capacita' di andar a toccare certi 'santuari' che fino aieri erano intoccabili. Certo, il sindacato che proclama unosciopero tre giorni prima del lungo week end dell'Immacolatadimostra di essere rimasto davvero ai vecchi tempi e allelogiche vetuste senza comprendere che con il governo Renzi ilpaese ha finalmente cambiato verso. Ora si tratta di passaredall'affidabilita' alla credibilita' anche per il primoministro. Se potesse contare sulla collaborazione deisindacati, il passaggio sarebbe piu' veloce e proficuo".Bocciati i sindacati e promosso, in questo caso con la lode, ilpremier che secondo Rosy Barretta, armatore ed erede insieme aicugini di una storica impresa di rimorchiatori del Sud, ha"entusiasmo ed empatia necessari per portare fuori il paesedalla recessione". "Sulla tenuta europea - prosegue Barretta -non sono molto ottimista, ci attende una stagnazione secolare eRenzi, con la sua intelligenza intuitiva, e' l'unico che possariportare l'Italia agli standard che merita. Sono sempre statadalla parte del dialogo fra imprese e lavoratori, ma credo chela mobilitazione del 5 sia solo dannosa. Non serve paralizzareil paese quando sarebbe necessario occuparsi di attirareinvestimenti internazionali per rimettere in moto l'economia". Piu' articolata la posizione di Fulvio Conti, examministratore delegato dell'Enel oggi partner di maggioranzadella boutique finanziaria Fas, secondo cui gli scioperi quandosono calibrati sono stati fondamentali per la democrazia nelcorso della storia. "Ma in questa fase il sindacato cerca conlo sciopero di ritrovare uno spazio e un ruolo messoprofondamente in discussione da un governo che tende a mettereda parte ogni struttura intermedia", annota Conti, "con losciopero del 5 dicembre si tende ad intercettare una domanda diopposizione politica che attualmente e' ridotta. Ma non e' congli scioperi ideologici che si risolvono i problemi del paese esi porta l'Italia fuori dalla recessione". Chi, invece,considera che Renzi sia l'unica chance di rilancio per il paesee' l'imprenditore farmaceutico Sergio Domp?, gia' leader diFarmindustria, che si spinge fino ad assegnare alle intenzionie all'entusiasmo del premier un voto decisamente alto: 9. Dompe' sottolinea che "fin qui, il primo ministro hadimostrato una vitalita' e una capacita' di andare al sodo peraffrontare finalmente con pragmatismo i problemi dell'Italia.Cosa che finora nessuno era riuscito a fare, se fossi nei pannidel sindacato cercherei di dare una mano a Renzi e alla suavolonta' di riforme strutturali dell'economia". "Siamo in unmomento esiziale, abbiamo la necessita' assoluta di farcela",conclude Dompe', " altrimenti scompariranno paese e sindacati.Se la CGIL dovesse decidere di dimostrare senso di concretezza,questo sarebbe il momento giusto per non scioperare preferendoil dialogo e la proposta alla protesta fine a se stessa".(AGI) .
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